Ansa
23 nov 2020
Covid e visoni: in Italia sospese le attività di allevamento fino a febbraio
Ansa
23 nov 2020
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un'ordinanza che dispone la sospensione delle attività degli allevamenti di visoni su tutto il territorio italiano fino alla fine del mese di febbraio 2021 quando verrà effettuata una nuova valutazione sullo stato epidemiologico. Lo rende noto il ministero.
"La misura aggiunge l'infezione da Sars CoV-2 nei visoni d'allevamento all'elenco delle malattie infettive e diffusive degli animali soggette a provvedimenti sanitari secondo il 'Regolamento di polizia veterinaria' (Dpr 8 febbraio 1954, n.320)". Il ministero sottolinea inoltre che "pur essendo il numero degli allevamenti in Italia molto ridotto rispetto ad altri paesi europei si è valutato di seguire il principio della massima precauzione in osservanza del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità".
Secondo l'ordinanza, "in caso di sospetto di infezione, le autorità locali competenti dispongono il sequestro dell'allevamento, il blocco della movimentazione di animali, liquami, veicoli, attrezzature e l'avvio di una indagine epidemiologica. In caso di conferma della malattia, i visoni dell'allevamento sono sottoposti ad abbattimento".
Lav sostiene che la sospensione sia inutile. "I pericoli di trasmissione del letale virus dai visoni agli umani, e di depotenziamento degli effetti dei futuri vaccini, a causa delle varianti che si diffondono dagli allevamenti degli animali per pellicce, resteranno presenti nel nostro Paese. Il Ministro della Salute, infatti, sulla base di un insufficiente rapporto del Consiglio Superiore di Sanità, ha firmato un'ordinanza che vieta per tre mesi l'allevamenti di visoni: ma i tre mesi, fino a febbraio prossimo, sono quelli durante i quali il normale ciclo di "produzione" dei visoni è di fatto fermo. In pratica è come se si fosse vietata la vendita degli ombrelloni da spiaggia nei mesi invernali!, scrive in un comunicato la Ong animalista Lav (Lega anti vivisezione).
"Per tutelare animali e salute pubblica”, aggiunge Lav, “l'unico provvedimento utile da adottare è il definitivo divieto d'allevamento di visoni, come deciso da decine di Paesi europei già da diversi anni”, ad esempio Regno Unito, Austria e Germania, “o da grandi Paesi produttori, come Danimarca e Olanda, nei quali sono avvenuti contagi fra i visoni e fra visoni ed esseri umani: questi Paesi, con i loro organismi sanitari e veterinari, non hanno avuto dubbi nel proporre e mettere in pratica lo stop definitivo a questo tipo di allevamenti".
Anche la Francia ha rilevato per la prima volta la presenza di Covid-19 in un suo allevamento di visoni, a Eure-et-Loir, come annunciato nella giornata del 22 novembre dai ministeri dell'Agricoltura, della Salute e della Transizione Ecologica. "È stato ordinato l'abbattimento di tutti i mille animali ancora presenti nell'allevamento e l'eliminazione dei prodotti di questi animali", hanno indicato in una nota i ministeri. Dei quattro allevamenti di visoni nel Paese, uno è risultato non contagiato mentre "negli ultimi due sono ancora in corso analisi", i cui risultati sono attesi in settimana.
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