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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 apr 2017
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Coty vuole limitare le vendite online per proteggere l'immagine dei suoi marchi

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 apr 2017

Nel contesto di una controversia con un distributore tedesco, la statunitense Coty (una delle più grandi aziende di profumeria del mondo) ha confutato le affermazioni secondo le quali intenderebbe vietare completamente le vendite online, affermando che il suo principale obiettivo è di tutelare la qualità dei suoi marchi di lusso, come Marc Jacobs, Calvin Klein e Chloé.

Coty vuole proteggere la personalità, il carattere e l'originalità dei suoi marchi di lusso - Chloé


La questione è di sapere se i gruppi del lusso dovrebbero poter essere in grado di impedire ai dettaglianti di vendere i loro prodotti sulle piattaforme di e-commerce come Amazon o eBay.
 
Da una decina d’anni, i proprietari dei brand sostengono che dovrebbero avere il diritto di scegliersi i propri distributori per proteggere la loro immagine ed esclusività. Al contrario, le piattaforme di vendita online stimano che tali restrizioni siano anticoncorrenziali e siano svantaggiose per i piccoli brand.

Il problema è particolarmente importante in Europa, dove si perfeziona il 70% delle vendite del settore del lusso.
 
Coty ha dichiarato alla più alta corte europea che il suo contenzioso con il distributore tedesco Parfumerie Akzente, che commercializza articoli del gruppo su siti come Amazon senza il suo accordo, non costituisce una richiesta di interdizione di questo tipo di operazioni.
 
Le norme che mirano ad impedire ai distributori di vendere i loro prodotti sulle piattaforme di vendite online hanno lo scopo di preservare l’immagine e la qualità dei prodotti, secondo Andreas Lubberger, l’avvocato di Coty dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. “In Germania c'è un detto che dice che un’immagine vale più di mille parole, in questo caso, un nome vale più di mille parole”, ha inoltre dichiarato.
 
Olivier Spieker, l’avvocato di Parfumerie Akzente, contesta però tali argomenti. "Se si parla di una piattaforma conosciuta che vende prodotti a dei consumatori, allora c’è bisogno di una riflessione appropriata e approfondita per mettere veramente in pratica un provvedimento di divieto”, ha dichiarato ai giudici. “Amazon ed eBay vendono già dei marchi conosciuti; queste marche hanno più da perdere di Coty? L'Oréal, per esempio, dispone di una piattaforma su Amazon”, ha ricordato.
 
Secondo il governo tedesco, che sostiene l’e-commerce, le piattaforme commerciali online sono essenziali per le piccole e medie aziende. "Non bisogna mai abusare di restrizioni che impediscono l'emergere di formati distributivi innovativi”, ha affermato Thomas Henze, l’avvocato di quest’ultimo.
 
Il Lussemburgo considera un divieto assoluto come sproporzionato e ingiustificato, secondo il suo legale, Philippe-Emmanuel Partsch. La sede europea di Amazon si trova in Lussemburgo.
 
La Francia, che ospita grandi marchi come Louis Vuitton, Chanel e Christian Dior, ha invece preso le difese di Coty. Secondo Julie Bousin, l’avvocato francese, le restrizioni alla vendita online consentono di proteggere il prestigio e l’immagine di questi prodotti agli occhi dei consumatori.

Anche l’Italia, i Paesi Bassi e l’Austria hanno preso parte al dibattito. Un consigliere della Corte di Giustizia europea rilascerà un parere non vincolante nei prossimi mesi. I giudici seguono quattro volte su cinque le sue raccomandazioni.

Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Reuters

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