Coty si trasforma per imporsi nuovamente sul mercato della bellezza
Sono già vari trimestri che il fatturato di Coty (proprietario di Bourjois, Rimmel, Wella, O.P.I, e licenziatario di Burberry, Marc Jacobs, Gucci, Chloé...) è in calo. Nel terzo quarto dell’esercizio 2018/19, chiuso a marzo, ha registrato un calo delle vendite del 10,4%, a 1,99 miliardi di dollari (1,76 miliardi di euro). Per ritrovare un livello di attività soddisfacente, migliorare la redditività e ridurre l’indebitamento, il gruppo quotato a New York ha sviluppato un piano di trasformazione incentrato su tre punti, che ha presentato il 1° luglio.

“Negli ultimi mesi, ci siamo concentrati sullo stabilizzare la nostra attività operativa e sull’identificare un percorso di trasformazione per l'azienda (che) nel corso dei prossimi quattro anni dovrà permetterci di tornare a fondamentali sani, tornando nel contempo a crescere con gradualità”, afferma Pierre Laubies, CEO di Coty dal novembre 2018.
Il primo pilastro di questo piano di trasformazione è dunque il ritorno alla crescita, che passa per l’identificazione dei marchi e dei Paesi più performanti, la riorganizzazione delle diverse linee, l’ottimizzazione dell’offerta e l'attuazione di una strategia di innovazione. Il dirigente del gruppo conferma inoltre che: “Concentreremo i nostri sforzi e investimenti su un numero inferiore di marchi a livello mondiale, semplificando nel contempo la nostra organizzazione”.
Coty intende anche “riconquistare la sua leadership operativa” riducendo i costi della propria attività e riorganizzando la struttura aziendale per semplificare i processi decisionali. Di conseguenza, i team commerciali agiranno a livello regionale e i team di marketing su scala globale per le divisioni Luxury e Consumer Beauty, mentre delle funzioni di supporto saranno messe in comune per tutti i mercati.
Questi cambiamenti organizzativi sono accompagnati da nomine all’interno del Comitato Esecutivo a partire dal 1° gennaio 2020: quella di Edgar Huber, che diventerà presidente della regione Americas & Asia Pacific; quella di Gianni Pieracioni, che passerà alla testa della regione Europe & Middle East Africa (EMEA); quella di Fiona Hughes, che presiederà la divisione Consumer Beauty Brands; e quella di Simona Cattaneo, che opererà come presidente della divisione Luxury Brands. Lo scopo? Adottare un'organizzazione più flessibile in cui ogni filiale riferirà direttamente al proprio dirigente.
Ultimo asse strategico per Coty: la ridefinizione di una cultura d’azienda per “favorire le prestazioni e la fierezza”. L'azienda dovrebbe spostare la propria sede globale, per il momento collocata a Londra, nella città di Amsterdam, più centrale e meno costosa, dove sarebbe installata entro luglio 2020 “la maggior parte dei team di gestione e delle funzioni trasversali”.
Coty stima il proprio giro d’affari a 9 miliardi di dollari, è presente in 150 Paesi e si vanta di essere uno dei leader mondiali della profumeria. Più di 20.000 persone lavorano per il gruppo nel mondo. Il suo principale azionista, JAB Holdings, ha ribadito la propria fiducia nel gruppo, implementando in primavera un'offerta d’acquisto di azioni per passare dal 40 al 60% delle sue quote.
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