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17 set 2021
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Cotonella spegne 50 candeline e svela i suoi progetti futuri

Pubblicato il
17 set 2021

Cotonella si accinge a celebrare i 50 anni dalla fondazione, una storia importante che nasce e prosegue in Valle Camonica, una comunità a cui l'azienda è molto legata. Il general manager Renato Spagnolo ha ripercorso con FashionNetwork.com le tappe che hanno portato il gruppo a raggiungere questo importante traguardo e ci ha svelato gli obiettivi futuri.

Il General Manager Renato Spagnolo


FashionNetwork.com: Quanto è ancora importante essere ancorati al proprio territorio di origine in un mondo sempre più globale?
Renato Spagnolo: Sentirsi parte di qualcosa. È questo lo spirito imprenditoriale con cui la famiglia Zannier ha guidato Cotonella attraverso gli anni, i successi e le difficoltà. Scommettere sulle persone, dar loro fiducia e supporto, venendo ricambiati dalla loro dedizione. In un mondo sempre più spersonalizzato e globale, Cotonella è un’azienda-famiglia che ha fatto la scelta di legarsi a un territorio a cui è molto riconoscente. In Cotonella non ci sono cartellini da timbrare, gli orari sono flessibili, e ci si aiuta nelle difficoltà.  Valori come coraggio, umiltà, fiducia e passione fanno di dipendenti e collaboratori una squadra ben affiatata e collaborativa.
 
FN: L'azienda, il cui CdA è guidato dal 2018 da Marco Zannier, figlio del fondatore Maurizio, ha iniziato proprio in occasione del suo 50esimo un nuovo corso, di organizzazione in senso più manageriale dell’azienda. Su quali basi strategiche, e quali necessità, è stata fondata questa scelta?
RS: Cotonella sentiva da qualche tempo l’esigenza di approcciare i cambiamenti del mercato in modo rapido ed energico. Per questo gli azionisti hanno deciso di dare nuova linfa all’azienda a partire dalla modalità di gestione del business, avviando un processo di ‘managerializzazione’. Oltre all’introduzione della mia figura di General Manager, la strategia è stata portare in azienda nuovi professionisti esperti e motivati, capaci di innovare: Carla Orsi, professionista con una pluriennale esperienza nel settore dell’intimo, in qualità di Head of Design, e Veronica Pastore, con importanti esperienze di marketing in industry diverse, nel ruolo di Marketing Manager.
 


FN: Può tracciare l'attuale situazione distributiva del brand e la strategia da qui al prossimo anno?
RS: La multicanalità è sempre stata un punto di forza della nostra strategia distributiva: ogni canale ricopre un ruolo strategico fondamentale per l’equity del brand e per il suo fatturato, assicurando una presenza capillare sul mercato. Ingrosso e grande distribuzione giocano il ruolo di teste d’ariete, portando volumi e visibilità. Il dettaglio specializzato ricopre invece un ruolo più strategico, che punteremo a consolidare, per dare muscolatura alla proposta commerciale e slancio nelle collezioni più innovative. Sui mercati esteri abbiamo risultati positivi a doppia cifra e per questo l’obiettivo futuro è di aumentare la penetrazione nei mercati esistenti e conquistarne di nuovi, in particolare europei.

FN: Come è composto il portfolio delle collezioni?
RS: Cotonella ha un range di prodotti uniti da valori trasversali: il comfort, la naturalità, la qualità e l’inclusività. Siamo l’intimo di tutti i giorni, funzionale, comodo, che fa sentire a proprio agio, caratteristiche e valori diventati ancora più attuali con l’emergenza pandemica. A seconda del canale distributivo e delle necessità del consumatore, offriamo gamme complete e funzionali di prodotti che variano dall’intimo alle maglie, dai pigiami alle calze, passando anche per i classici e intramontabili capi da sottogiacca.
 


FN: State lavorando anche sul concetto di sostenibilità? Se sì, in che modo?
RS: In azienda la sostenibilità viene approcciata sotto tanti aspetti fra cui, ovviamente, anche il prodotto. Abbiamo lanciato un anno fa sul mercato la nostra prima linea di cotone interamente in tessuto biologico e pizzo di materiale riciclato, Cotonella Purity, caratterizzata da un filato superiore, una mano delicata, una piacevolezza estrema sulla pelle nel rispetto dell’ambiente. 
 
FN: Qual è stato l'impatto della pandemia sul fatturato dello scorso esercizio?
RS: La pandemia ha rappresentato un grande banco di prova per molte aziende, le chiusure, oltre che gli stili di consumo, cambiati radicalmente e con rapidità, hanno destabilizzato molte realtà. La solidità di Cotonella ci ha permesso di affrontare questo delicato momento senza subire grossi contraccolpi. Le perdite sul nostro core business si sono limitate a un single digit, preservando così il nostro fatturato su un valore stabile poco sotto i 30 milioni di euro.
 
FN: Può dirci la situazione del mercato internazionale e se sono previste nuove countries di distribuzione.
RS: L’espansione commerciale fuori confine è condizione imprescindibile di un’azienda che voglia crescere ed affrontare nuove sfide. Ad oggi siamo presenti in molti mercati esteri con risultati incoraggianti e dove desideriamo continuare a rafforzare la nostra presenza attraverso una distribuzione più capillare e maggiori attività di branding. L’obiettivo è consolidare i mercati esistenti con particolare attenzione all’Europa. Le sfide e le opportunità sono però tante anche in Italia. Per questo i prossimi 50 anni di Cotonella partiranno da qui, da novità e strategie consone a portare opportunità commerciali che accompagnino la crescita di fatturato, nel rispetto di un brand che sta vivendo la sua seconda giovinezza.

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