Pubblicato il
5 dic 2012
5 dic 2012
Cotone: calo dell'11% della produzione mondiale nel 2013/2014
Pubblicato il
5 dic 2012
5 dic 2012
La produzione mondiale di cotone dovrebbe calare dell'11% nella stagione 2013/2014. Una perdita di 23,2 milioni di tonnellate di fibra bianca che si spiega con la notevole diminuzione del prezzo della materia prima dopo i picchi record che aveva raggiunto all'inizio del 2011, secondo l’ICAC (International Cotton Advisory Committee).
Foto: Aamir Qureshi/AFP |
Nel marzo di quell'anno, i prezzi avevano raggiunto i 2,27 dollari la libbra, contro i 42 centesimi di tre anni prima. Un livello che aveva palesemente spinto molti agricoltori a puntare sulla coltivazione di questo nuovo “oro bianco”. Così, nella stagione 2011/2012, gli stock mondiali erano cresciuti del 43%, a 13,3 milioni di tonnellate. E una crescita del 9% era stata prevista per il 2012/2013, con 14,5 milioni di tonnellate.
Nello stesso periodo, a seguito della diminuzione di questi valori economici, la superficie mondiale destinata alla coltivazione del cotone dovrebbe calare del 7%, a 33,6 milioni di ettari totali. Conseguentemente, è stata prevista una diminuzione equivalente per il commercio mondiale di cotone, con 25,1 milioni di tonnellate attese per il 2012/2013. Diminuzione che si verificherebbe proprio in un periodo in cui gli scambi dovrebbero crescere del 3% nel mondo, a 23,9 milioni di tonnellate.
Questa diminuzione, annunciata per la stagione 2013/2014, potrebbe semplicemente essere letta come il segnale di un ritorno alla normalità del mercato. Invece, questo calo della produzione globale porterebbe in definitiva a un ulteriore aumento del prezzo della materia prima, che non ha mai più ritrovato il suo livello del periodo anteriore al 2010. Le cifre comunicate dall’ICAC potrebbero dunque segnare l'ingresso del cotone in un nuovo ciclo, portando ad una nuova impennata dei suoi prezzi. Tanto più che il protezionismo cinese sul cotone, che aveva rafforzato la crisi nel 2011, potrebbe benissimo fare altri danni, vista l'esplosione della domanda cinese.
Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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