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8 gen 2021
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Corneliani: Marco Boglione (BasicNet) interessato al salvataggio

Pubblicato il
8 gen 2021

Nuovi sviluppi, che paiono abbastanza positivi, nel caso Corneliani, l'azienda sartoriale mantovana di moda maschile, dal 2016 controllata dal fondo Investcorp, che lo scorso giugno 2020 aveva chiesto l'ammissione alla procedura di concordato preventivo.

Un abito da cerimonia di Corneliani


Il consiglio di amministrazione dell’azienda lombarda, riunitosi il 6 gennaio 2021, ha deliberato di richiedere un’ulteriore proroga di 90 giorni al tribunale (come chiesto dai lavoratori) per il deposito del piano di concordato che scade il 15 gennaio. Lo ha rivelato il quotidiano locale La Gazzetta di Mantova, che cita fonti sindacali. Nel frattempo è spuntato un potenziale acquirente. Si tratta di Marco Boglione, fondatore e presidente del gruppo torinese di sportswear BasicNet (marchi Robe di Kappa, Superga e K-Way) da oltre 300 milioni di euro di fatturato consolidato e più di un miliardo di euro di vendite aggregate nel 2019, il quale ha svelato di essere interessato a rilevare la casa di moda.
 
Il patron di BasicNet ha confermato al quotidiano La Stampa di Torino di aver fatto visita il 6 gennaio all’azienda, e di essersi intrattenuto in una conversazione con l’AD di Corneliani Giorgio Brandazza, “studiando le carte con consulenti e manager”.

Altre indiscrezioni della stampa locale indicano in un non meglio specificato fondo d’investimento il soggetto che avrebbe formulato l’unica offerta d’acquisto concreta dell’azienda mantovana, mentre invece nessuno degli investitori menzionati da Corneliani nella relazione depositata lo scorso novembre in tribunale (Berg Advisors, Giglio Group e Pillarstone Italy) avrebbe modificato la propria offerta.
 
“Il mio interesse per Corneliani è vero, ma per una due diligence approfondita abbiamo bisogno di tempo e devo aspettare che il tribunale decida sulla proroga per il piano di concordato”, ha dichiarato l’imprenditore torinese al quotidiano della sua città, aggiungendo di aver già visitato lo stabilimento di Corneliani lo scorso ottobre.
 
“I margini per il rilancio ci possono essere”, ha sostenuto Boglione, ma “di certo non faremmo i finanziatori”, ha aggiunto al quotidiano di Torino, “il nostro sarebbe un impegno industriale con un controllo operativo vero dell’azienda. Potremmo ripetere le operazioni di rilancio realizzate con successo in passato. È un comparto pieno di realtà con chance di sviluppo, ma rimaste indietro negli investimenti strutturali, industriali, logistici”, ha spiegato Boglione, il cui gruppo opera in un segmento (l’abbigliamento sportivo) affine, ma in fondo ben diverso da quello in cui è attivo Corneliani.
 
Secondo La Stampa, i primi contatti di Marco Boglione – che nei giorni scorsi ha discusso con enti locali e sindacati del suo possibile impegno – erano avvenuti inizialmente con Stefano Corneliani, la cui moglie, Elisa Corghi, è consigliere indipendente di BasicNet. Pare che l’impegno di Boglione non dispiaccia affatto allo Stato italiano, in quanto il Ministero dello Sviluppo Economico non ha ancora messo a disposizione i 10 milioni di euro per entrare nel capitale di Corneliani (utilizzando il fondo pubblico previsto dall’art. 43 del Decreto Rilancio) che aveva pianificato di sbloccare entro settembre 2020. Il motivo? Il Mise giudica inaffidabile il nuovo assetto proposto da Investcorp, il fondo privato inglese che detiene l’86% dell’azienda di menswear (il restante 14% è in mano alla famiglia fondatrice), il quale ha comunicato la disponibilità di una società con base negli Emirati Arabi.
 
Anche grazie alla promessa di quei 10 milioni di euro al tavolo di crisi del 21 luglio in prefettura, la scorsa estate il tribunale aveva concesso la riapertura della fabbrica dell’azienda mantovana e l’utilizzo della liquidità di cassa, ma solo l’arrivo di un investitore serio renderebbe immediatamente disponibile la cifra.

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