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Pubblicato il
30 set 2008
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Contraffazione: fatturato falsi Italia tra 3,5-7 mld
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Milano, 30 set. (Apcom) - Il giro d'affari dei produttori di falsi in Italia al 2005, ultimo dato disponibile, è stimabile in una cifra variabile tra i 3,5 e i 7 miliardi di euro. E' la valutazione di Indicam, l'istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione, presentata oggi durante l'assemblea annuale.
Di questo fatturato, il 60% si riferisce a prodotti d'abbigliamento e di moda, il resto a orologeria, beni di consumo, componentistica, audiovisivo, software. Secondo un'altra stima, più prudente e basata sulla proiezione a partire dai sequestri operati dalle Forze dell'Ordine, la cifra sarebbe ridimensionabile a 1,5 miliardi di euro.
L'industria della contraffazione risulta diffusa in tutto il territorio nazionale, con punte particolarmente elevate in Campania (abbigliamento, componentistica, beni di largo consumo), Toscana, Lazio e Marche (pelletteria), Nord Ovest e Nord Est (componentistica e orologeria).
Più del 50% della produzione mondiale di contraffazioni proviene dal Sud-Est asiatico. La destinazione è per il 60% l'Unione europea, per il 40% il resto del mondo. La Cina è di gran lunga al primo posto, seguita da Corea, Taiwan e altri Paesi dell'area.
Il 35% circa della produzione mondiale di prodotti contraffatti proviene dal bacino mediterraneo, con destinazione l'Unione europea, gli Stati Uniti, l'Africa, l'Est Europeo. I paesi leader sono l'Italia, la Spagna, la Turchia, il Marocco.
Sempre più spesso componenti falsificati di origine cinese entrano nella Ue scegliendo i varchi doganali più deboli e vengono quindi assemblati e spesso dotati di marchi contraffatti in diversi Paesi dell'Unione, tra cui primeggia l'Italia, che è anche prima in Europa come consumatore di beni contraffatti.
"Nonostante tutti gli sforzi fatti, è ormai chiaro che senza un sistema europeo e senza un accordo tra i Paesi membri - scrive in una nota Carlo Guglielmi, presidente di Indicam - la lotta alla contraffazione potrà avere risultati limitati soprattutto in termini di prevenzione".
Per combattere efficacemente il fenomeno, secondo Guglielmi, bisogna agire su un doppio piano: approccio internazionale e strategia repressiva sul territorio.
"Prima di tutto occorre agire sull'opinione pubblica - conclude - per spezzare il circolo vizioso che unisce la familiarità al fenomeno con l'accettabilità del reato. Quest'ultima mina infatti, in modo irrimediabile, la cultura della legalità mentre è invece necessario arrivare al 'biasimo sociale' verso chi compra oggetti contraffatti".
Fonte: APCOM