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30 set 2013
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Consumi: cauto ottimismo in Spagna

Pubblicato il
30 set 2013

In Spagna, i saldi hanno offerto ai commercianti un lieve miglioramento della situazione. Secondo il barometro della Acotex (l’associazione degli negozi di abbigliamento e accessori), le vendite realizzate quest'estate durante i saldi hanno registrato una leggera crescita dell'1,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, elevandosi a oltre 2,6 miliardi di euro. Questi sono gli unici dati nazionali affidabili. I risultati differiscono notevolmente a seconda delle regioni.

Il Passeig de Gràcia, una delle principali vie dello shopping di Barcellona


Questo “lieve miglioramento” non riesce a salvare le vendite della stagione primavera-estate 2013, che alla fine sono calate del 9% nel periodo da febbraio a giugno. Il cattivo tempo dei mesi di maggio e giugno è venuto a invitarsi (ospite alquanto indesiderato) al tavolo della crisi economica e del calo del potere d'acquisto. A questa situazione si aggiunge, secondo i commercianti, quella degli armadi degli spagnoli, che sono ormai pieni fino a scoppiare, risultato dei tanti anni di boom economico.

«Nei negozi i consumatori riflettono, ci pensano su, fanno confronti e nella migliore delle ipotesi, beh allora sì, acquistano», commentano molte persone intervistate. E il tardivo arrivo del sole ha senza dubbio aiutato i consumatori a pazientare fino ai saldi "tradizionali", nei quali gli sconti sono stati elevati.

Secondo i dati forniti in modo eterogeneo, risulta chiaro che le vendite in luglio siano state positive, con una crescita stimata del 4,8%, in ragione delle scorte in eccesso (fino al 50% in molti casi) nei negozi: abbondanza di taglie e modelli che offrono una scelta comparabile a quella di inizio stagione.

Dopo due settimane di euforia, però, è tornata la calma. E così, agosto è terminato con un calo del 4,4%. Inoltre, questa era solamente la prima stagione estiva con la nuova legislazione sulla liberalizzazione dei saldi. Secondo gli indipendenti e l’Acotex, questa liberalizzazione nuoce all'industria. Per loro, i consumatori sono coscienti del fatto che possano arrivare delle promozioni lungo tutto il corso dell'anno e in più conoscono la situazione del mercato.

In Catalogna, secondo i dati del gruppo regionale del commercio di abbigliamento, le vendite durante il periodo dei saldi sono diminuite del 5%. Questo calo è considerato, per così dire, positivo, vista la brutta stagione invernale e la situazione economica del mercato iberico.

L'inizio dei saldi, con sconti maggiori che in passato, è stato molto buono, ma dalla seconda riduzione dei prezzi, i consumi hanno rallentato in modo significativo, malgrado ribassi che potevano raggiungere anche il 70%.

In totale, in tutto il Paese, da gennaio ad agosto, i negozi di abbigliamento e moda in generale hanno visto la loro attività regredire del 6,7%. Solo i mesi di aprile e luglio hanno avuto degli aumenti, rispettivamente di un +7,9% e un +4,8%!

Corbis


Secondo l'indagine condotta dalla rivista “Global Fashion Export” presso 210 dettaglianti di calzature, il 60% delle boutique intervistate hanno affermato di vendere molto meglio durante il periodo delle promozioni che nei giorni normali. L’afflusso importante di dettaglianti di livello medio-alto rilevato al salone milanese TheMicam (del 15-18 settembre) conferma un certo ottimismo per il periodo primavera-estate 2014.

E' vero comunque che i retailers confermano di aver registrato una drastica riduzione degli ordini nelle ultime stagioni, a causa dei cali dei consumi e anche «della necessità di integrare un'offerta di qualità con un prezzo inferiore per mantenere la clientela abituale» .

Ma soprattutto, una netta maggioranza dei commercianti di abbigliamento e calzature insiste sull'importanza del turismo straniero per stimolare le vendite. Le previsioni per il resto dell'anno sono positive per Oria Borja, presidente dell’Acotex, “In parte per un aumento delle spese a Natale. E' più che probabile che le cifre saranno migliori che nel 2012, una stagione che è stata influenzata negativamente dall'aumento dell'IVA al 21% in settembre, oltre che dalla la soppressione dei bonus per i dipendenti pubblici, che hanno indotto un calo abbastanza forte della spesa media dei cittadini”.

I commercianti e le associazioni intervistate da FashionMag condizionano il loro timido ottimismo all'evoluzione dell'economia globale, oltre che a quella dei salari e alle eventuali misure fiscali supplementari che il governo potrebbe mettere in atto per rispondere alle esigenze imposte dall'Unione Europea.

Le associazioni dei produttori stimano che “la fase peggiore della crisi è passata. A partire da ora possiamo solo crescere”.

Un altro punto positivo per il commercio di abbigliamento è la ripresa delle vendite on-line. Da gennaio a marzo, esse sono cresciute del 24,1%, secondo IMS. L’e-commerce della moda ha segnato un primo trimestre da record, mettendo a segno un aumento del 15,1%.

Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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