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26 giu 2014
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Confindustria: "Manca lavoro a 7,7 mln di persone. Italia fragile"

Di
APCOM
Pubblicato il
26 giu 2014

Il mercato del lavoro, in Italia, resta debole. Sono 7,7 milioni le persone a cui manca il lavoro, totalmente o parzialmente e dall'inizio della crisi sono stati persi due milioni di posti di lavoro. A lanciare l'allarme è il Centro Studi di Confindustria negli ultimi Scenari economici.

Foto: Apcom


Inoltre la salute dell'economia italiana resta "fragile " e peggiorano le previsioni economiche per l'economia italiana. Il CSC ha tagliato le stime del Pil per il 2014 e per il 2015. Nel nuovo scenario è previsto un aumento del Pil dello 0,2% quest'anno contro il +0,7% calcolato a dicembre scorso e un incremento del Pil dell'1% l'anno prossimo dal +1,2% precedentemente stimato. "La maggior parte del ribasso per quest'anno si deve a quanto già avvenuto", hanno spiegato gli economisti di Confindustria.

Nei calcoli del CSC, oltre alla forza lavoro non utilizzata, due gruppi vanno inclusi tra i senza lavoro, totali o parziali: gli occupati part-time involontari (2 milioni e 574 mila nel primo trimestre 2014, +101,9% rispetto a sei anni prima) e i non-occupati che sarebbero disponibili a lavorare ma non hanno compiuto azioni di ricerca attiva perché scoraggiati (1 milione e 590 mila individui, +59%) oppure perché stanno aspettando l'esito di passate azioni di ricerca (605 mila, +87,3%).

La salute dell'economia italiana "rimane fragile". Ci sono miglioramenti, evidenti in particolare in alcune aree del Paese. Ma "la malattia della lenta crescita non è stata debellata e il paziente è debole e fatica a riprendersi e a reagire alle cure". Secondo gli economisti di viale dell'Astronomia, "sono in atto emorragie di capitale umano e perdita di opportunità di business". Per la guarigione "è necessario ripartire dagli investimenti, aumentando la redditività con nuovi meccanismi di determinazione della dinamica salariale, riducendo e semplificando la tassazione sul reddito di impresa, facilitando il fare impresa, sbloccando il credito e sfruttando appieno gli importanti fondi della precedente e attuale programmazione europea". Misure opportune, è la conclusione del CSC, "sono state varate e altre sono in corso di studio". Ma "il tempo è una variabile decisiva".

Dal 2007, sono andati persi 1 milione e 968 mila Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno). Ma dall'autunno il numero degli occupati comincerà ad aumentare. Tuttavia, il biennio 2014-2015 si chiuderà con 1 milione e 815mila Ula occupate in meno rispetto a fine 2007 (-7,2%).

Quanto al tasso di disoccupazione inizia a scendere dai massimi toccati nel primo trimestre di quest'anno, ma non cala sotto il 12,5% nel 2015 (al 12,6% nel 2014). Compresa la Cig sarà ancora pari al 13,5% alla fine del periodo Le retribuzioni di fatto nell'intera economia aumentano il potere d'acquisto: +2,4% cumulato nel 2014-2015 contro il +1,4% dei prezzi al consumo.

Fonte: APCOM

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