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Adnkronos
Pubblicato il
12 feb 2014
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Confartigianato: creatività e ingegno Made in Italy non si arrendono

Di
Adnkronos
Pubblicato il
12 feb 2014

La creatività e l'ingegno Made in Italy non si arrendono alla crisi. Pur tra mille difficoltà, secondo Confartigianato, c'è un piccolo esercito di 332.488 imprese artigiane che, negli ultimi 4 anni, ha fatto registrare un trend positivo, con una crescita media del 7,1% del numero delle aziende, pari a 22.076 nuove imprese.

Il Made in Italy non si arrende alla crisi


La classifica delle attività anti-crisi è stata stilata dall'Ufficio studi Confartigianato, che ha rilevato i settori nei quali, da settembre 2009 a settembre 2013, si è registrata la maggiore crescita di aziende artigiane.

Tutela dell'ambiente, manutenzione degli impianti industriali, alimentazione guidano la classifica dei settori con il maggior sviluppo imprenditoriale in cui, dal 2009 al 2013, si è registrato un boom di 22.076 aziende artigiane, con un tasso di crescita del 7,1%.

A soffrire, invece, sono l'edilizia, l'autotrasporto e le produzioni metalliche, finiti nelle ultime posizioni di un drappello di settori che, negli ultimi 4 anni, hanno perso complessivamente 84.885 imprese artigiane, con una diminuzione del 7,6%. Nel dettaglio, secondo la rilevazione di Confartigianato, tra il 2009 e il 2013, il record del dinamismo imprenditoriale appartiene alle aziende 'green' che si occupano di manutenzione di aree verdi, pulizia di edifici e cura del paesaggio e che hanno segnato il maggior aumento: 7.379 in più, con un tasso di sviluppo del 23,1%.

Al secondo posto sul podio dei settori più vitali, c'è la riparazione e installazione di impianti industriali: negli ultimi 4 anni il settore ha guadagnato 5.074 aziende, con una crescita del 36,2%. Medaglia di bronzo per l'alimentazione. Nonostante la crisi, alla qualità del cibo artigiano non si rinuncia e, così, le attività alimentari, con 485 imprese in più (1,2%), e i servizi di ristorazione, con 4.079 imprese in più (+8,9%), possono contare su un aumento di 4.564 imprese tra il 2009 e il 2013.

E' crisi profonda all'altro capo della classifica: peggior risultato per l'edilizia che, tra il 2009 e il 2013, ha perso 17.209 imprese (-12,7%) nel settore della costruzione edifici e altre 16.445 imprese (-3,7%) nel settore dei lavori specializzati di costruzione, con una diminuzione complessiva di 33.654 imprese colpite dalla diminuzione delle compravendite, dai ritardi di pagamento, dal rialzo dei tassi di interesse. La recessione ha lasciato segni profondi anche sull'autotrasporto, con 11.303 imprese in meno (-10,9%). Un trend negativo sul quale hanno pesato il calo dei consumi, il rincaro dei prezzi del carburante, la concorrenza dei vettori stranieri.

Al terzo posto tra i settori che hanno perso il maggior numero di aziende, la fabbricazione di prodotti in metalli: sono 'scomparse' 8.602 aziende, con una variazione negativa del 10,8%, messe fuori mercato dalla concorrenza internazionale e dalla volatilità dei prezzi dei metalli. "I nostri dati - spiega il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti - mostrano i pesanti effetti della crisi su molti settori artigiani, aggravati da misure penalizzanti. Gli imprenditori non vogliono piegarsi al pessimismo e si sforzano di innovare, investire in nuovi settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. Ma chi guida il Paese ha il dovere di sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli effetti di provvedimenti penalizzanti".

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