1 apr 2021
Con Wholli, DS Group perfeziona le partnership tra marchi e wholesaler
1 apr 2021
L’azienda milanese DS Group, fondata da Romeo Quartiero, che ne è ancora il CEO, per occuparsi di soluzioni di digital evolution e unified commerce integrate e su misura per il mondo industriale, festeggia nel 2021 i 30 anni d’attività consolidando la sua presenza nei settori moda e lusso.
La società da 10 milioni di euro di fatturato con sede a Milano vanta un organico di 150 ingegneri digitali, 150 clienti, 200.000 utenti mobili e 10.000 negozi che utilizzano i suoi prodotti, e declina le sue proposte digital in 2 linee di business: ‘Enterprise’, rivolta alle grandi aziende di ogni comparto (con clienti come Trenitalia, Nestlè, Italo, Tamoil, Sky, Alpitour, Editoriale Domus, Vorwerk, Poste Italiane o Enel), e ‘Fashion’, che offre prodotti tailor-made disegnati per tutti i canali di vendita della moda e del lusso (con clienti come Calzedonia, Moncler, Miroglio, Valentino, Boggi, Frette, Safilo, Gant, InBlu, Pinko, Luxottica, Max Mara o Motivi).
Sales Agents App (l’applicazione studiata per gli agenti di vendita), Store App (l’applicazione pensata per il personale dei negozi) oppure le soluzioni Smart Showroom e Distance Sales, fino alla grande novità Wholli, sono i principali prodotti su misura che DS Group presenta al mercato della moda. Contemporaneamente ha di recente annunciato l’entrata di Luca Fusar Imperatore nel ruolo di Head of Fashion. Avvalendosi di una carriera che lo ha visto lavorare presso Geox, Bally e Gucci, Fusar Imperatore avrà il compito di instaurare nuove partnership con le aziende retail del Fashion; un dialogo che DS Group ha già avviato anche con un importante lavoro di revamping di tutti i touch point di comunicazione, in primis il sito Internet che verrà lanciato prossimamente.
“Gli effetti del Covid-19 hanno messo in ginocchio soprattutto i negozi indipendenti, quelli che ogni stagione selezionano solo alcuni capi di più brand da proporre ai loro clienti sul territorio. Che futuro li aspetta? I brand potranno investirvi per cercare di salvarli concedendo la merce in conto visione, o ritirando quella invenduta a condizioni particolari a fine stagione, o accettando dilazioni di pagamento. Ma vorranno qualcosa in cambio”, spiega a FashionNetwork.com il founder e CEO Romeo Quartiero. “È in questa dinamica negozi-brand e nell’aspetto della customer simplicity - sempre più importante nel prossimo futuro - che un’azienda come la nostra s’inserisce con la proposta di Wholli, una business suite che attiva e supporta le partnership tra brand e rivenditori all’ingrosso”.
Sviluppato negli ultimi due anni, lo strumento permette ai marchi contrattualizzati con DS Group di ottimizzare la gestione degli stock in ottica unificata e avere visibilità del sell-out minuto per minuto, mentre ai wholesaler consente di incrementare le vendite full-price disponendo di uno stock “endless aisle”, di generare business addizionale seguendo le richieste del mercato perché possono acquistare per i brand quei prodotti che non sono presenti nell’assortimento in negozio, e di offrire un inedito canale di comunicazione alle label.
"Finora il rapporto fra brand e negozi indipendenti all’ingrosso era un legame da cliente a fornitore, anche se in realtà è più un rapporto di partnership", spiega Quartiero. “Il brand s’interessava solo al sell-in in campagna vendite. Tutto questo non può più andare avanti. I marchi si sono accorti che questi problemi si ripercuotono su di loro: merce invenduta, mancati pagamenti, ecc. Il vero cliente di un marchio è colui che entra in negozio. Con Wholli il rapporto che si crea porta ad avvicinare lo store indipendente terze parti al negozio al dettaglio direttamente gestito un brand, o a un suo franchising, candidandoci ad essere l’unica applicazione multibrand in mano ai commessi dei negozi indipendenti e che in più dialoghi direttamente con i tanti programmi gestionali diversi usati negli store”, puntualizza Quartiero. "Il funzionamento di Wholli prevede che il sales associate utilizzi uno smartphone, diventando un tramite per la vendita tra mondo fisico e digitale”.
Inoltre, i team di DS Group si sono “impegnati nel rispondere a un bisogno già intercettato dai brand, su cui abbiamo riversato la maggioranza dei nostri investimenti: gestire la relazione a distanza con il consumatore. A causa della maggiore importanza assunta dalle vendite online e della desuetudine del cliente a recarsi nello store fisico con il lockdown, ha preso molto piede la vendita a distanza, che fa interagire online il consumatore con un personal shopper. Quest’ultimo si trova fisicamente nel negozio, per la sua expertise sul prodotto, ed è stato formato in tal senso”, prosegue Quartiero, secondo cui la risposta data dalle aziende a questo bisogno è stata rudimentale: implementare strumenti di videostreaming come Whatsapp Video, FaceTime o Teams.
“Noi invece abbiamo lanciato la piattaforma “Distance Sales”, che non soltanto muta la relazione a distanza e ripercorre – sebbene digitalmente – gli stessi step della cerimonia di vendita che si effettua in negozio, ma consente di attingere a uno sterminato set d’informazioni digitali mantenendo quell’empatia commesso-cliente fornita dall’acquisto fisico”, precisa. “Con Distance Sales, ci rivolgiamo soprattutto ai marchi del lusso, perché di solito sono già in possesso di elementi e nozioni sui gusti personali del cliente che arricchiscono la cerimonia di vendita, ma pacchetti dalle funzioni specifiche sono disponibili anche per aziende di moda che appartengono ad altri segmenti”.
“Fu con l’iPhone e l’iPad (nati nel 2007 e 2010) che ci avvicinammo alla moda. Prima la mobility era un settore legato ai colletti blu, con l’iPad è passata ai colletti bianchi”, racconta Quartiero, vero anticipatore dell’utilizzo di device digitali nella mobility, quando a fine anni Novanta DS Group comincia a realizzare i primi strumenti digitali in mano ai postini, ai montatori dell’Enel, ai capitreno. “Nel 2015 abbiamo pensato di fornire il tablet ai sales associate di alcuni nostri grandi clienti moda, facendoli così diventare un ponte per la vendita di tutti quei prodotti che non sono presenti in negozio, incentivando queste figure professionali ed incrementando la loro personalità e utilità professionale per l’azienda”.
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