Adnkronos
21 set 2012
Con moda, oreficeria e nautica, dall'Italian Style 200 mld fatturato
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21 set 2012
Per fatturato equivalgono al complesso delle imprese del Piemonte (Fiat inclusa) o di sette regioni a minor densità industriale messe insieme (Abruzzo, Sardegna, Umbria, Calabria, Basilicata, Molise e Valle d'Aosta). E su di esse la crisi si è fatta sentire su produzione, fatturato e occupati.
Sono le filiere che più fortemente identificano l''Italian style': la moda, l'oreficeria e la nautica che, nel loro complesso, vedono impegnate 341mila imprese (il 5,4% del totale nazionale), l'8,2% degli addetti che operano al di fuori dell'agricoltura (per complessive 1.421.644 persone), e registrano un fatturato che sfiora i 200 miliardi di euro.
A questo universo, al quale nel prossimo futuro si aggiungerà la quota parte dell'edilizia specializzata nelle produzioni sostenibili, Unionfiliere, l'associazione delle Camere di commercio per la valorizzazione delle filiere del made in Italy, ha dedicato uno studio, realizzato dall'Istituto Tagliacarne. Non solo. Condividendo la necessità che politiche di distretto e di filiera diventino, sempre più, parte integrante di un'unica strategia condivisa di sviluppo per le imprese e in considerazione delle collaborazioni già in atto sia a livello nazionale - tra la Federazione dei distretti e Unioncamere - sia a livello locale - tra Camere di commercio e Distretti aderenti alla Federazione - è stato siglato un protocollo d'intesa dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, e dal presidente della Federazione dei distretti, Valter Taranzano.
L'accordo stabilisce che il sistema camerale e quello dei distretti dovranno sperimentare forme di collaborazione sempre più incisive fino ad arrivare a un'aggregazione delle strutture responsabili dell'elaborazione di iniziative condivise. Inoltre, Unionfiliere e Federazione dei distretti collaboreranno per la costituzione di nuove filiere, a partire da quelle del legno-arredo e della automazione-meccanica, individuando le Camere di commercio sede di distretti e favorendo la loro adesione a Unionfiliere. Alla fine del periodo di transizione, la cui durata non potrà essere superiore a due anni, la Federazione distretti sarà sciolta con il relativo mantenimento del marchio all'interno di Unionfiliere.
Lo studio realizzato dall'Istituto Tagliacarne, per la prima volta, disegna i contorni economici delle tre filiere considerate, identificando non soltanto le attività economiche principali che lavorano nella produzione e trasformazione del prodotto di base, fino alla sua commercializzazione, ma anche le imprese che forniscono beni e servizi intermedi alle attività produttive principali. E che, peraltro, incidono non poco sull'occupazione complessiva della filiera (di cui rappresentano l'11,6%) e, rispetto alle attività produttive, mostrano, sempre in termini di occupazione, un andamento più stabile negli anni della crisi economica.
Emergono poi alcuni aspetti interessanti anche a livello locale, come, ad esempio, il fatto che in alcuni distretti, soprattutto della moda e della nautica, l'articolazione della filiera vada ormai ben oltre la realizzazione del singolo prodotto, coinvolgendo molte attività collegate e anche imprese della meccanica (ad esempio, il caso del distretto tessile di Prato, dove le imprese operano in tutti i passaggi della lavorazione, dalla filatura al confezionamento dei capi), ed estenda la sua articolazione ai servizi collegati (come a Genova, in cui il distretto nautico include sia cantieri navali veri e propri, sia servizi per il trasporto marittimo di persone e merci).
"Con l'apertura dei distretti a nuove logiche di filiera, il sistema camerale ha deciso, lo scorso anno, di adeguare le proprie strutture dando origine a Unionfiliere, nata dalla fusione di Assicor e Itf, strutture specializzate l'una nella valorizzazione dell'oreficeria, l'altra in quella del sistema moda", ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.
"Unionfiliere ha nel nome i suoi obiettivi: unire per qualificare, valorizzare, promuovere le filiere che hanno reso famoso il made in Italy nel mondo. Da questo spirito di condivisione nasce l'accordo siglato con la Federazione dei distretti. Queste due strutture avvieranno un percorso diretto alla fusione. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di creare un luogo privilegiato per lo sviluppo di iniziative finalizzate a favorire la competitività delle filiere e dei distretti, attraverso un confronto costante tra sistema camerale e sistema associativo".
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