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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
9 apr 2021
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Con la sua nuova piattaforma logistica di Trecate, Kering mette ancor più radici in Italia

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
9 apr 2021

L’Italia resta più che mai la fabbrica del lusso mondiale. Ma per Kering, non soltanto. Con il suo ultimo investimento nell'enorme piattaforma logistica di Trecate, in provincia di Novara, il gruppo del lusso rafforza i propri legami con lo Stivale, che considera essenziale non solamente per la realizzazione dei suoi prodotti, ma anche per il proprio posizionamento strtegico, offrendo un’interconnessione ideale tra la sua catena di fornitura e la sua struttura distributiva.

Il sito di Kering Eyewear, insediato sin dalla sua creazione (avvenuta nel 2014) in Veneto - Kering


In occasione della presentazione del nuovo hub durante una videoconferenza tenutasi giovedì scorso, il vicedirettore generale Jean-François Palus non ha voluto rivelare la cifra investita dalla società in questa operazione, ma ha sottolineato che si tratta “del più grande investimento di Kering nella penisola”.
 
“Non è un caso se abbiamo scelto l'Italia. È un Paese in cui storicamente abbiamo effettuato i nostri principali investimenti nei ‘saper fare’ artistici e artigianali, e ora anche nelle competenze logistiche”, sottolinea.

Di fatto, dall’acquisizione della partecipazione del gruppo francese in Gucci Group nel 1999, tappa determinante nell’evoluzione della società verso la sua trasformazione in pure player del lusso, il peso dell’Italia non ha cessato di crescere, facendo di Kering sostanzialmente un gruppo franco-italiano.
 
Lo testimonia la presenza di manager italiani ai livelli più alti della sua gestione. Così, quattro membri del CdA su dodici sono di nazionalità italiana (la PDG di Yves Saint Laurent Francesca Bellettini, il patron di Gucci Marco Bizzarri, il CEO di Bottega Veneta Bartolomeo Rongone e Roberto Vedovotto, fondatore di Kering Eyewear).
 
Al di là delle Alpi, Kering dà lavoro a 11.000 persone su un totale di 38.000, vale a dire più di un quarto della sua forza lavoro, mentre i marchi italiani rappresentano quasi la metà del suo portafoglio. A cominciare da Gucci, vera locomotiva del gruppo, che pesa per il 60% sul suo giro d’affari, seguita da Bottega Veneta, comprato nel 2001 e passato da un fatturato di quasi 30 milioni a uno di 1,2 miliardi di euro nel 2020. Poi sono arrivati Brioni, Pomellato e DoDo, ai quali occorre aggiungere Kering Eyewear, il produttore di occhiali creato e insediato in Veneto dal 2014.
 
Fra laboratori o siti produttivi (24) e concerie (4), il colosso del lusso conta 28 fabbriche sul territorio italiano, alle quali nei prossimi anni si dovbebero aggiungere un laboratorio di pelletteria Yves Saint Laurent a Scandicci (FI), e sempre in Toscana il primo laboratorio di produzione in Italia di Balenciaga, previsto per il 2021. Una presenza che è dunque simile a quella del suo concorrente LVMH, che conta 31 siti produttivi nella penisola.

La presenza del gruppo in Italia - Kering


A queste location si aggiungono due uffici di design, uno spazio espositivo, due hub dedicati all’innovazione: il MIL (Materials Innovation Lab), una biblioteca di tessuti sostenibili a Milano, e il TIL (Test & Innovation Laboratory), un centro di test chimici, fisici e biologici per le attività dei suoi marchi situato a Prato, e poi undici fra sedi e uffici, e adesso il nuovo polo logistico di Trecate, che ha portato il numero complessivo di realtà Kering sul territorio a 44, collocate in sei regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto, Lazio e Abruzzo, con quest’ultimo che accoglie laboratori e stabilimento di Brioni).
 
Il gruppo ha anche investito nella conservazione e nella trasmissione di mestieri e tecniche tramite delle scuole interne alle sue case di moda, come la Scuola di Alta Sartoria di Brioni per formare i sarti, e quella dei Maestri Pellettieri di Bottega Veneta per la pelletteria, mentre Pomellato ha stabilito una partnership con la scuola Galdus Goldsmith per formare i propri orafi. Nel 2018, Gucci ha inaugurato il Gucci ArtLab, un laboratorio di ricerca e sviluppo per le attività di pelletteria e calzature, e l’Ecole de l’Amour (la Scuola dell’Amore), dove offre un corso di formazione e specializzazione ai propri neoassunti per farli diventare artigiani dell’alta moda.

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