AFP
Gianluca Bolelli
18 set 2023
Come la moda britannica affronta sfide come diversità, AI e Brexit per Caroline Rush
AFP
Gianluca Bolelli
18 set 2023
Scossa dalla Brexit e dall’inflazione, messa alla prova dall’intelligenza artificiale, oggetto di pressioni su quanto si occupi realmente di diversità: l’industria della moda britannica deve affrontare una serie di sfide. Facciamo il punto della situazione con la direttrice del British Fashion Council (BRC), Caroline Rush, durante la London Fashion Week, iniziata venerdì.

Come si annuncia la settimana britannica della moda e come sta andando il settore?
CR: Saranno cinque giorni esaltanti e ricchi di creatività, dai giovani designer indipendenti ai grandi nomi, come Burberry. Ci aspettiamo che persone provenienti da 40 Paesi assisteranno a 80 sfilate. Tra le principali tendenze che vedremo c’è un nuovo approccio verso la sostenibilità, con molti dei nostri giovani designer che utilizzano materiali riciclati o riutilizzati.
La pandemia ha rappresentato una sfida, in particolare per le piccole imprese indipendenti. Inoltre, nel Regno Unito abbiamo avuto la Brexit (...). Ciò ha messo davvero sotto pressione i margini aziendali, oltre a far aumentare costo della vita e prezzi dei beni. Non farò finta che gli affari siano facili in questo momento, ma c'è un reale interesse per i designer britannici e fortunatamente ci concentreremo su questo nei prossimi giorni.
Il mondo della moda è sotto pressione per diventare più inclusivo...
CR: Credo che a Londra si veda una diversità incredibile nelle sfilate e una delle critiche che riceviamo è che non è così nei management (delle aziende del settore, ndr.).
Ma le immagini che vedrete sulle passerelle questa settimana saranno all’insegna di una grande diversità di corpi, età, etnie, un riflesso reale della brillante città culturale in cui viviamo.
In che modo l’intelligenza artificiale sta già influenzando la moda?
CR: L’intelligenza artificiale è un tema all’ordine del giorno in ogni consiglio di amministrazione. Ogni azienda lo affronta in modo diverso. Alcune esaminano come facilitare i processi creativi, altre come ciò possa disturbare i loro modelli di business.
Si potrà produrre un’intera collezione basata sull’intelligenza artificiale? Ne sono sicura. Ma le cose belle della creatività e delle scuole d’arte sono la libertà di espressione e le differenze creative ed è qui che entra in gioco il ruolo dei designer, che magari si ispirano alle informazioni raccolte tramite l’intelligenza artificiale, e vi imprimono il loro tocco molto umano.
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