Reuters API
Laura Galbiati
4 ott 2020
Clarks sarebbe sul punto di concludere con LionRock
Reuters API
Laura Galbiati
4 ott 2020
Secondo una fonte vicina alla vicenda, citata da Reuters, il marchio di calzature Clarks avrebbe avviato trattative esclusive con la società di investimenti LionRock Capital, che potrebbe acquisire una partecipazione maggioritaria del capitale dell’azienda britannica fondata quasi due secoli fa.
LionRock avrebbe raggiunto l’ultima fase del processo di vendita. In cambio di liquidità di cui ha un gran bisogno, Clarks – che sta attraversando un periodo di grandi difficoltà – cederebbe una quota di maggioranza alla società di investimenti. La famiglia Clark possiede ancora circa l’84% dell’azienda.
Clarks è stata fondata nel 1825 dai due fratelli quaccheri Cyrus e James, ex produttori di tappeti in pelle di montone, che hanno iniziato a realizzare calzature dopo aver scoperto che potevano riciclare gli scarti della pelle per fabbricare pantofole.
L’accordo, ancora in fase di trattativa, prevedrebbe una transazione compresa tra 100 e 150 milioni di sterline (tra 110 e i165 milioni di euro). La famiglia Clarks dovrebbe mantenere una quota di minoranza, secondo la nostra fonte, che preferisce rimanere anonima.
Secondo un portavoce di Clarks, nell’ambito della strategia a lungo termine della società, il CdA sta esaminando tutte le opzioni che permetterebbero di posizionarla al meglio, al fine di favorire la sua crescita in futuro. LionRock non ha rilasciato commenti.
Sotto la guida dell’ex patron di Geox, Giorgio Presca, Clarks ha annunciato lo scorso maggio la soppressione di 900 posti di lavoro nell’ambito del suo piano di rilancio, ribattezzato "Made to Last". L'azienda, che conta circa 13.000 dipendenti in tutto il mondo, è stata colpita pesantemente dalla pandemia, a causa della prolungata chiusura dei suoi negozi.
La famiglia Clark avrebbe incaricato Rothschild di organizzare un’asta con società di investimento basate in Asia e negli Stati Uniti.
Nel corso dell’ultimo esercizio, Clarks ha registrato vendite pari a 1,47 miliardi di sterline (1,62 miliardi di euro), con una perdita al netto delle imposte di circa 83 milioni di sterline. La società ha delocalizzato la maggior parte della sua produzione in Asia nel 2005; il suo ultimo stabilimento britannico ha chiuso nel 2006.
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