11 set 2019
Circular Fashion Summit: a Parigi il primo incontro sulla moda sostenibile
11 set 2019
Il 28 settembre prossimo, durante la Fashion Week di Parigi, la capitale francese ospiterà il primo summit di azione collettiva per ottenere una moda sostenibile con obiettivi concreti, da raggiungere in 12 mesi. Si tratta del Circular Fashion Summit, che verrà organizzato dalla piattaforma di moda circolare Lablaco a Station F, il più grande centro tecnologico al mondo, che include aziende come Apple, Google, Facebook, Amazon e più di 200 startup internazionali, tra le quali la stessa Lablaco.
Fondata nel 2016 da Lorenzo Albrighi e ShihYun Kuo (italiano lui, di Taipei lei), Lablaco ha raccolto quasi 1 milione di euro da diversi investitori internazionali dell'industria della moda e della tecnologia in Italia, Regno Unito, Svizzera, Francia e Cina. Tra questi appaiono il cofondatore di Net-A-Porter Arnaud Massenet - che vi ha investito 2 volte - e la società di venture capital SparkLabs. Lablaco funziona così: si donano capi che non si usano più mettendoli a disposizione sulla piattaforma (un corriere li viene a prelevare gratuitamente a casa), si guadagna così moneta virtuale che si può spendere sullo Shop del sito dove si possono comprare altri capi dismessi.
Il problema della sostenibilità è sempre più sentito dagli attori dell’industria della moda (che è la seconda più inquinante al mondo, dopo quella petrolifera), tanto da diventare una priorità, come dimostra il “Fashion Pact” stipulato il 26 agosto scorso al G7 di Biarritz, che fissa gli obiettivi ambientali comuni decisi da 32 giganti mondiali della moda e del lusso al 2030 e al 2050.
Si pensi, ricorda il comunicato ufficiale dell’iniziativa, che a livello globale, secondo le Nazioni Unite l'industria della moda è responsabile di circa il 10% di tutte le emissioni di gas a effetto serra. Più delle industrie aeronautiche e marittime internazionali messe insieme. Mentre secondo la Ellen MacArthur Foundation ogni secondo l'equivalente di un camion della spazzatura carico di tessuti viene portato in discarica o bruciato. Un valore stimato di 500 miliardi di dollari viene perso ogni anno a causa dell'abbigliamento indossato poco e raramente riciclato. Se non cambia nulla, entro il 2050 l'industria della moda consumerà un quarto del bilancio mondiale delle emissioni di carbonio e si stima che le emissioni di questo settore aumenteranno di oltre il 60% entro il 2030. Il lavaggio dei vestiti, poi, rilascia ogni anno mezzo milione di tonnellate di microfibre di plastica nell'oceano.
“Lablaco mira ad incoraggiare tutti al ricircolo dei prodotti, dai consumatori, ai marchi, ai rivenditori, alle organizzazioni, agli influencer, a condividere il prezioso know-how del settore e ad iniziare a implementare azioni misurabili, per realizzare il cambiamento verso un sistema di moda circolare e così ridurre l'impatto ambientale globale”, affermano Lorenzo Albrighi e ShihYun Kuo. “Per questo abbiamo voluto organizzare la prima azione collettiva a Station F, vero ecosistema globale di innovazione e tecnologia in Francia e spazio gigantesco in cui convivono e collaborano oltre 1.000 startup”.
Un progetto ambizioso, che sarà illustrato da 3 talk, che veicoleranno altrettanti Sustainable Development Goals, gli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite.
Il primo, chiamato “Upcycling for Good” ha l’obiettivo di riciclare 1.000 sneaker grazie alla partnership con Yama Saraj, fondatrice di Sensai, e alla partecipazione di Adidas, MYAR, Sensai, Future Tech Lab e The Mills.
Il secondo (“Blockchain & Traceability”) discuterà delle sfide della tecnologia, della produzione di materiali e delle dinamiche dei gruppi del lusso e del retail, con aziende come Kering, IBM, Lukso, Isko e Fashion Tech Forum. Grazie al primo progetto pilota con Luxarity di The Lane Crawford Joyce Group a Hong Kong, si farà anche luce sull'utilizzo di blockchain per creare una catena di approvvigionamento trasparente per il consumatore finale come best practice.
Il terzo, chiamato “The Power of Recirculation”, punta a consentire il ricircolo di 100.000 articoli di moda per risparmiare circa 2.000 tonnellate di CO2 e 3.000.000 di litri d'acqua (“equivalenti a guidare ininterrottamente un'auto di medie dimensioni per 8,87 anni o a soddisfare il bisogno di energia di una casa media per 154 anni”, ricordano Lorenzo Albrighi e ShihYun Kuo) e vedrà la partecipazione di Istituto Marangoni, Eco Age, Fashion Revolution, Futerra e Redress.
Luxarity lancerà poi un pop-up store dal 5 al 19 ottobre al centro commerciale Lane Crawford di Hong Kong. Al suo interno, 200 oggetti di lusso saranno tokenizzati sulla blockchain alimentata da Lablaco e i clienti potranno scansionare il codice QR per visualizzare l'impatto ambientale positivo di ogni donazione, nonché tracciare l'origine e le storie dei capi, con note scritte a mano digitalizzate dai proprietari originali.
Infine, durante il summit, presentato da Evelyn Mora, consulente e fondatrice della Helsinki Fashion Week, sarà possibile incontrare selezionati designer internazionali d’avanguardia all’Impact Design Hub, dove questi ultimi presenteranno collezioni sostenibili basate su criteri di “Impact Design”.
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