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27 set 2018
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Cina: nuovo taglio ai dazi sull'import, tariffe su prodotti tessili in calo all'8,4%

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Ansa
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27 set 2018

La Cina annuncia un'altra serie di tagli ai dazi dall'1 novembre sull'import di 1.585 beni, tra cui macchinari industriali e da costruzione, senza adottare le misure sollecitate dagli USA e causa della guerra commerciale tra i due Paesi.

ANSA


La lunga lista, diffusa in serata dai media ufficiali e che riflette l'obiettivo di Pechino di rendere più competitiva l'economia, non precisa se il taglio sarà applicato anche ai beni Made in USA. La limatura farà scendere i dazi nel 2018 al 7,5% medio complessivo dal 9,8% del 2017.

La decisione presa dal governo, in una riunione presieduta oggi dal premier Li Keqiang, è la seconda del suo genere in un anno circa: a novembre dello scorso anno a essere tagliati furono i dazi sull'import di beni alimentari e di consumo, in linea con i propositi espressi dal presidente Xi Jinping di aprire la Cina di più verso l'esterno. La misura, inoltre, è stimata avere un impatto positivo su consumatori e aziende di circa 60 miliardi di yuan per il 2018.

I dazi medi su macchinari e equipaggiamenti elettrici, tra i più importanti settori di importazione (pari a 632 miliardi di dollari nei primi 8 mesi, +19,6% annuo), si ridurranno di quasi un terzo, scivolando dal 12,2% all'8,8%. Le tariffe su prodotti tessili e materiali per costruzioni andranno all'8,4% dall'11,5%, mentre quelle sui prodotti di carta al 5,4% dal 6,6%.

L'iniziativa è maturata a pochi giorni dai dazi incrociati tra USA e Cina, rispettivamente su 200 miliardi e 60 miliardi di beni importati, operativi da lunedì. Stati Uniti, Unione europea e Giappone hanno puntato il dito contro le pratiche di Pechino, tra cui il "Made in China 2025" che si basa sul ruolo guida dello Stato per la creazione di campioni e leadership mondiali in settori strategici tra cui la robotica, l'intelligenza artificiale, l'auto elettrica e a guida autonoma, bloccando gli impegni presi sull'apertura del mercato alle imprese straniere. I tre Paesi hanno colto l'occasione dell'assemblea ONU di New York per discutere una riforma complessiva del WTO, più in linea con gli attuali scenari.

I negoziati tra USA e Cina sono impossibili con Washington che "ha un coltello puntato alla gola" di Pechino, ha detto martedì il vice ministro del Commercio Wang Shouwen, intervendo alla presentazione del libro bianco sul commercio dedicato alla guerra commerciale tra i due Paesi. Oggi, intanto, gli economisti della BCE, simulando lo scontro ad ampio raggio, hanno diffuso un rapporto secondo cui gli Stati Uniti avrebbero la peggio in modo significativo con lo stallo prolungato rendendo le famiglie più povere e distruggendo lavoro, a fronte di una Cina che potrebbe contenere i danni.

La Asian Development Bank, nelle sue previsioni aggiornate sugli scenari economici, ha osservato che il debito in crescita e il potenziale impatto del rialzo dei tassi USA peseranno nel 2019: la crescita in Asia è vista al 6% nel 2018 e al 5,8% nel prossimo anno. La Cina, negli stessi periodi, vedrebbe il Pil a +6,6% e in frenata a +6,3%.

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