Christian Dior: una bellezza inquietante nella Giornata Internazionale della Donna
Se la pandemia è riuscita a mettere in luce qualche caratteristica rilevante nel mondo iper competitivo dell’alta moda è quale direttore creativo di un’importante maison sia il designer più contemporaneo a 360 gradi. Un riconoscimento che va senza dubbio assegnato a Maria Grazia Chiuri, la quale ha presentato un altro bellissimo video-show per Christian Dior lunedì 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna.
Dove tanti altri stilisti si sono impegnati per sfruttare il format di una sfilata in passerella virtuale ripresa in un video (e spesso maggiore è il budget, più grande è il flop), la Chiuri è riuscita ad accrescere ulteriormente la reputazione di Dior, realizzando un abile matrimonio interclassista fra cinema, immagini, danza, luci e moda.
Tutto questo si è avverato nuovamente martedì, quando la stilista italiana ha presentato la sua collaborazione con due donne molto talentuose: la coreografa Sharon Eyal e l’artista concettuale Silvia Giambrone. L’ispirazione della Chiuri erano in realtà le fiabe, e lo show è iniziato con una fiera esibizione di danza dentro i boschi del castello di Versailles, con la compagnia teatrale di Eyal in tutine aderenti Dior, mentre in sottofondo si mostrava un tiepido sole invernale.
Lo show, intitolato Beauté Dérangeante (“Bellezza inquietante”), si è aperto con una modella in un diafano abito di pizzo nero sdraiata su un campo di foglie d'autunno a mezzanotte.

L’azione si sposta poi nella sala degli specchi, l'altro tema di questa collezione; il simbolismo delle “donne che passano attraverso uno specchio per realizzare chi sono, in un percorso alla scoperta di sé stesse”, come ha spiegato la stessa Chiuri in una call su Zoom nel pre-show con i giornalisti italiani.
La Versailles di Dior incorpora il lavoro di Silvia Giambrone, un'installazione in situ che copriva gli specchi con cere e acacie piene di spine, suggerimento simbolico su come la cultura non sia condivisa allo stesso modo tra popoli e generi.
Uno show ricco di simbolismi, e percorso da vestiti intelligenti e splendidi – dai frizzanti abiti e camicie bianchi con corazze maschili in cotone piqué e il soave little black dress di chiffon ai bellissimi trench con petali di rosa fino ai peacoat sportivi e alle giacche in nylon rigenerato. In un'ulteriore innovazione nei tessuti, ecco apparire superbe giacche da aviatore in shearling che si sono rivelate essere in lana riciclata.
In più, il memorabile ritorno di una stampa d’archivio dell’amico di Monsieur Dior, ed innovatore nel campo dei tessuti, Andrée Brossin de Méré, alla quale la Chiuri ha applicato una tecnica di sfocatura per aggiungervi un moderno aspetto cromatico. E una nuova bar jacket tagliata con un pannello laterale per mantenere la silhouette, e nel contempo alleggerire la linea.

Riferimenti ai soldatini nei cappotti di cashmere blu; i sogni dell'infanzia evocati nei vestiti di jacquard con fili oro e argento di lamè e lurex. Il climax? Una serie di abiti da sera asimmetrici plissettati che hanno apportato un vero fattore wow a questo videofilmato, girato da Fabien Baron.
“I film non possono mai fornire la stessa esperienza di show di una sfilata dal vivo. Perché in uno spettacolo dal vivo, il pubblico è parte dell'evento. Comunque penso che in questo caso siamo riusciti a realizzare qualcosa di speciale. L’idea di fare tutto questo a Versailles all’inizio sembrava impossibile, visto quanto possano essere suscettibili e complicate le autorità francesi, specialmente in questo periodo. Quindi, devo dire, sono stata piacevolmente sorpresa del fatto che siano state così aperte e positive per questo progetto. L’abbiamo apprezzato, e li ringrazio”, ha aggiunto la stilista italiana.
Maria Grazia Chiuri, la prima donna a disegnare Dior in 75 anni di storia del marchio, non ha sempre avuto vita facile da Dior. Il suo iniziale femminismo Agit-Prop e le sue maniere risolute alla romana hanno incontrato una certa freddezza a Parigi. Ma i brillanti risultati commerciali della maison e, su tutto, la sua abilità nel conquistarsi un esercito di seguaci tra donne di varie categorie sociali, l'ha vista emergere come una vera stella della moda.

Ancor di più in questa stagione, poiché Dior ha arretrato la data della sua sfilata odierna sul calendario della Fashion Week di Parigi per farla combaciare con la Giornata Internazionale della Donna. Attualmente sono pochi i creativi che in ogni loro sforzo artistico diano maggiore autorità alle donne più di Maria Grazia. Anche lo scorso fine settimana, quando Dior è stato ancora protagonista grazie a una meravigliosa serie di outfit indossati in luoghi tanto distanti tra loro come il Festival di Sanremo e i Critic’s Choice Awards a Los Angeles.
Dior non se l’è mai cavata tanto bene sui red carpet, ma anche in questo caso la Chiuri ha guidato la maison su un altro livello. Ancora una volta, design a 360 gradi al suo top.
“Credo che alla fine l’autenticità parli; e che l’importante sia che lentamente, ma sicuramente, questa mia visione abbia raccolto un grande pubblico. Forse, all'inizio, è stata complicata, data la grande storia del marchio e il modo in cui Dior rappresenta anche la storia della moda. Il mio approccio è stato molto trasparente: prendere i codici della maison e usarli in modo intellettuale con tranquillità. Quindi forse è stato necessario un po’ di tempo per accettarlo. Ma, sapete, la creatività è un progetto a lungo termine. Devi lavorarci sopra ogni giorno, passo dopo passo. Non è una visione improvvisa quando ti svegli al mattino!”, ha spiegato, adagiata su un divano grigio Dior Luigi XVI, con le sue ultime creazioni che si ergevano dietro di lei ritte come soldatini.
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