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Pubblicato il
24 mar 2016
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Chiude il calzaturificio Balducci, dipendenti in mobilità

Pubblicato il
24 mar 2016

Balducci, storica azienda toscana, attiva fin dal 1934 nella produzione di calzature per bambini, ha sospeso tutte le attività e aperto una procedura di mobilità collettiva per i suoi circa 45 dipendenti dell’headquarter di Pieve a Nievole, in provincia di Pistoia.

Una calzatura Balducci


Il Management ha comunicato che, stante le difficoltà economiche che oramai da diverse stagioni pesano sul mercato italiano della calzatura per bambino, nonché il calo di marginalità registrato in questi ultimi esercizi (2014-2015), ha deciso di conferire all’Advisor KPMG un mandato necessario alla verifica preliminare delle opportunità di legge collegate ai diversi percorsi di risoluzione della crisi di impresa. L’Advisor KPMG, supportato per la parte legale dallo Studio Mandorli Panelli, dopo un’attenta analisi delle dinamiche economiche e patrimoniali della Società, agirà - tramite canali di interlocuzione industriale e finanziaria - per comprendere quali reali alternative strategiche siano, in tempi brevi, concretamente percorribili.

Tutto ciò premesso, in attesa di verificare le reali opportunità di continuità aziendale, la Balducci SPA ha comunicato sin d’ora la sospensione di ogni attività produttiva di natura industriale, commerciale ed amministrativa e l’attivazione immediata, in via cautelativa, di una procedura di mobilità collettiva per tutti i dipendenti. La famiglia Balducci è purtroppo giunta a questa grave decisione dopo numerosi tentativi di rifinanziamento e con la consapevolezza di aver percorso ogni azione possibile sul mercato e a tutele dei propri lavoratori, come dimostrano i decenni di storia di successo e di impegno volto alla realizzazione di prodotti di altissima qualità, rivolto alla salvaguardia della salute e del corretto sviluppo dell’anatomia del piede dei più piccoli.

“I fattori che hanno concorso alla drastica decisione della famiglia Balducci son vari e differenti: la crisi economica internazionale da una parte, che ha causato un calo delle vendite, nonché la progressiva perdita del concetto dell'importanza per i bambini di indossare calzature sane e di qualità. Le mamme di oggi acquistano per i propri figli scarpe carine e accattivanti, spesso molto economiche, di dubbia qualità e made in China, ammaliate dalla potenza comunicativa di super marchi leader nella comunicazione e nel marketing a livello globale”, ha spiegato a FashionMag Emanuele Caldarera, Capo Creativo dell’azienda Balducci dal 2011.
 
La frattura di questi giorni arriva a seguito della decisione da parte della proprietà di non voler più iniettare altra liquidità per vincere la crisi, dopo anni in cui tutto ciò è stato fatto dalla famiglia Balducci nella speranza che le voci di ripresa economica del nostro Paese divenissero una realtà e si traducessero in un autentico sostegno alle imprese italiane. Un sostegno, purtroppo, mai arrivato.

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