Pubblicato il
5 apr 2012
5 apr 2012
Chiampesan Gioielli fra espansione in Sudamerica e crescita di fatturato
Pubblicato il
5 apr 2012
5 apr 2012
Non si limitano al solo consolidamento dei mercati attuali (soprattutto di quello russo) i progetti per il futuro del marchio vicentino di gioielleria Chiampesan, ma puntano ad un incremento di fatturato nel 2012 per un +15%, dopo che il 2011 aveva già visto crescere il dato del 20% rispetto al giro d'affari 2010.
www.chiampesan.com |
E' quanto ha confidato a FashionMag.com l'AD dell'azienda italiana Enrico Fabris. “Nel biennio 2012-13”, ha proseguito il massimo dirigente dell'azienda orafa fondata nel 1959 da Lino Chiampesan, “vogliamo anche entrare in modo definitivo con accordi di distribuzione in Sudamerica e altri Paesi esteri come la Cina (che, come avevo previsto, grazie alla sua crescita è diventata un'opportunità e non una nostra concorrente), tentando anche di capire come aprire - a medio termine - un punto vendita diretto”.
Con i suoi gioielli di fascia medio-alta, Chiampesan è presente in America, Emirati Arabi, Russia, Olanda, Svizzera e Francia e ha cominciato a metter piede nel Far East (soprattutto Cina e Hong Kong). “Eravamo partiti bene anche in Nordafrica, ma ora siamo fermi, come tutti del resto, a causa della situazione politica locale”, dice Fabris.
La collezione "Fiji" di Chiampesan |
Sulla crisi del settore, l'Amministratore Delegato ha le idee chiare: “Noi siamo una delle aziende del comparto che ha sia il prodotto di qualità che gli investimenti in un certo tipo di comunicazione, ma una buona parte delle imprese orafe in Italia si divide in due categorie nettamente distinte: l'azienda che ha il prodotto, ma non lo comunica bene o affatto, oppure al contrario colei che investe o sa fare comunicazione, pur non avendo il prodotto. Se aggiungiamo l'esistenza di siti internet delle aziende del settore spesso datati o non aggiornati e la poca voglia di innovare, impegnarsi, rischiare dei nostri dettaglianti – si pensi che in Italia abbiamo 22.000 negozi di gioielli, mentre in Francia per esempio sono 6.500 e là si vende vera oreficeria-gioielleria e non anche prodotti in bronzo, acciaio od ottone - il quadro della situazione mi sembra completo”.
Gianluca Bolelli
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