8 feb 2023
Chargeurs PCC lancia le interfodere senza consumo d’acqua e spinge sulle label Bertero e Nativa
8 feb 2023
Quotato all’indice EXN di Parigi, con alle spalle una storia lunga oltre 150 anni, festeggiati nel 2022, il gruppo francese Chargeurs, uno dei top player globali nella produzione di interfodere grazie all’opera della propria divisione Chargeurs PCC Fashion Technologies, quella incentrata sulla moda e sullo sviluppo di materie prime sostenibili, ha presentato alla recente 36ma edizione del salone Milano Unica le sue ultimissime innovazioni nel campo delle interfodere e degli altri componenti interni per l’abbigliamento.

La scorsa estate, il gruppo industriale francese da oltre 2.500 dipendenti, annunciò una riorganizzazione delle proprie attività in tre divisioni distinte. La divisione Technology include PCC Fashion Technologies (che produce più di 300 milioni di metri di interfodere ogni anno, servendo 1.600 marchi e 7.000 clienti) ed integra al proprio interno anche la divisione Chargeurs Protective Films. La divisione Luxury include Chargeurs Luxury Materials, che ha cambiato nome in Chargeurs Luxury Fibers (CLF), in quanto il brand di proprietà Nativa, dedicato alla lana merino premium, si sta progressivamente aprendo ad altre fibre naturali rivolte alla moda, al lusso e allo sportswear. All'interno di questa divisione, le soluzioni dedicate alla progettazione e all’allestimento di musei Chargeurs Museum Solutions ora fanno parte del polo Chargeurs Museum Studio (CSM), per rafforzare il quale a fine 2021 Chargeurs aveva acquisito la società di design britannica Event Communications, mentre il business nella protezione della salute Healthcare Solutions è stato ridenominato Chargeurs Personal Care (CPC). L’attività nel luxury premium del gruppo francese comprende anche questa divisione, all’interno della quale figurano dunque i due marchi britannici di pelletteria di lusso comprati negli ultimi due anni: Swaine (ex Swaine Adeney Brigg) e Satchel. Un terzo polo, denominato Diversification, è destinato a riunire i futuri interessi minori, finanziari o strategici, di Chargeurs.
Chargeurs PCC Fashion Technologies, la divisione di Chargeurs dedicata alla produzione di interfodere e componenti interni dei capi, è guidata da poco più di un anno dal Chairman e CEO Gianluca Tanzi (diventato anche Chairman di Chargeurs Luxury Fibers e dell’azienda di rivestimenti ad alte prestazioni, di materiali museali e di arredi e soluzioni tecnologiche per il retail Senfa, sempre parte del gruppo Chargeurs, ndr.), che si sta impegnando molto nel curare l’aspetto umano di chi lavora nell’impresa francese.
“Chargeurs investe molto in tecnologie applicate alla moda, perciò l’amministratore delegato sta cercando di rinnovare il team e i prodotti, ed incrementare ulteriormente la distribuzione, già globale, del gruppo”, spiega a FashionNetwork.com Giorgio Marcarino, da aprile del 2022 General Manager EMEA di Chargeurs PCC, ed ex Gruppo Marzotto. Chargeurs PCC possiede 8 stabilimenti produttivi nel mondo, il principale situato a nord di Parigi e poi due in Cina e gli altri in Bangladesh, Sri Lanka, Brasile, Argentina ed Etiopia, coadiuvati da più di 30 tra uffici, filiali locali o centri di innovazione worldwide, servendo oltre 90 Paesi in tutti i continenti. “Sostenibilità è la nostra parola d’ordine, un mantra troppo spesso utilizzato in termini commerciali e di marketing, mentre nel nostro caso coinvolge l’azienda dalla A alla Z. Tutte le nostre nuove proposte vanno in quella direzione”, prosegue il dirigente.

All’ultima edizione di Milano Unica l’attività improntata alla sostenibilità, alla qualità e alla ricerca del gruppo francese è stata presentata nelle ultime novità espresse dalle collezioni Zero Water, Bertero e Nativa. Zero Water Rainbow Collection è la prima collezione di interfodere prodotta senza consumo d’acqua creata da Chargeurs PCC. Si tratta di un’offerta di componenti interni superleggeri per capi realizzati in maglia, proposti in un’ampia varietà di colori, pensata per essere quasi impalpabile ed utilizzabile dalla haute couture per sostituire lo chiffon o l’organza. È il caso di Dreamlight: l’interfodera in maglia più leggera al mondo. L’innovativo processo produttivo utilizzato non richiede l’uso di acqua, mantiene l’elasticità del tessuto e migliora le performance di adesione, permettendo di restare invisibile. Un procedimento da considerare fondamentale per il mondo fashion, perché un’interfodera fatta bene è un po’ l’anima di un capo, essendo in grado di migliorare la resa finale di un tessuto e di conferirgli struttura.
Nativa è invece la prima linea al mondo di componenti interni per capi realizzata con lana sostenibile e tracciabile sulla completa catena di fornitura. La collezione di Paddings realizzata con lana Nativa include un assortimento di imbottiture che combinano performance di durata con il comfort e la leggerezza che solo la lana della qualità più esclusiva può offrire.
Bertero, nato nel 1907 a Vinovo (TO), ha presentato all’interno della sua nuova collezione di interfodere la serie “Diamond collection”, che offre canvas creati con base di lana Nativa, sostenibile e tracciata. “Gold Collection” è invece la gamma premium dei più classici prodotti per capi sartoriali, pensati per fornire struttura, rinforzo e stabilità ai capi.

A Milano Unica 36, Chargeurs PCC ha presentato anche le collezioni Lainière Paris (storica linea di interfodere in maglia e lana realizzate in Francia nella fabbrica Lainière de Picardie a Péronne), Non-Woven, Fusion line e DHJ. In aggiunta, sono state mostrate le collaborazioni con KC Wearable Technologies e Thindown, marchi distribuiti in esclusiva – mondiale per il primo e in alcuni mercati per il secondo – da Chargeurs PCC. “A livello worldwide, i nostri ingegneri hanno messo a punto con Thindown un prodotto che prevede l’utilizzo di lana Nativa al 35% con piuma riciclata al 50%”, chiarisce Giorgio Marcarino. Nativa, insieme alle sue farms in Sud America è fra l’altro reduce dalla vittoria nei Sustainability Awards a Milano insieme a Gucci.
L’italo-tedesca KC Wearable Technologies, con sedi in Germania, a Wolfratshausen, in Baviera, e in Italia, a Lonato del Garda (BS), è un’azienda che s’impegna ad apportare un valore aggiunto ai capi di abbigliamento aggiungendovi funzionalità per le situazioni del quotidiano. Alla fiera milanese ha mostrato portafogli, notebook, guanti, occhiali, caschi e cuffie smart, o tasche in tessuto, tutti wireless e bluetooth, che consentono di ricaricare il telefono al solo appoggio. La “Power Belt” è invece una nuova tecnologia che KC sta testando. Tutta la cintura studiata dal marchio bresciano è una batteria flessibile. Attenzione all’innovazione e alla sicurezza delle persone - grazie a sistemi SOS con tecnologia NFC interna da inserire in bottoni, etichette o borse - che utilizzano il sistema GPS e consentono di coordinarsi con sistemi di domotica o robotica, sono al centro del business di KC.
Chargeurs non ha ancora chiuso il bilancio 2022 e quindi è ancora abbottonata sulle cifre economiche ottenute nell’ultimo esercizio, ma sono noti i risultati del primo semestre del 2022, molto promettenti. Il gruppo Chargeurs ha infatti registrato un aumento di fatturato del 22,3% nel periodo, a 398,7 milioni di euro. Si tratta della sua seconda migliore performance in oltre un decennio, che le ha permesso di generare un Ebitda di 37 milioni di euro (+13,8%). Il business Chargeurs Luxury Fibers è salito del 38,1% nel semestre, a 54,4 milioni di euro.

Il gruppo aveva invece dovuto registrare una contrazione del proprio giro d’affari complessivo nell'esercizio 2021, sceso in un anno da 822 a 736,6 milioni di euro. Cifra comunque superiore ai 626,2 milioni di euro ottenuti nel 2019 pre-pandemico, anno in cui ha incrementato gli investimenti per riorganizzarsi. Nell’estate del 2022, il gruppo transalpino aveva anche comprato l’organizzatore italiano di mostre ed editore di libri d'arte Skira. Resta invariato l’obiettivo che il gruppo con sede nel XVI arrondissement parigino si è dato ad orizzonte 2025: superare la soglia del miliardo di euro di giro d’affari.
Sempre nel 2021, Chargeurs PCC Fashion Technologies aveva fatturato 154,4 milioni di euro (+17,1% sul 2020). Suoi mercati sostanziali sono “l’Asia in generale – la cui attività è legata a brand americani – e l’Europa, con il 50% circa per ciascuna delle due aree geografiche”, chiosa Giorgio Marcarino. “La nostra distribuzione nel 2022 è diventata più capillare, con un incremento netto di clienti rispetto al pre-Covid, che si riverbererà anche nelle cifre del 2023, anno che nonostante le criticità generali è partito nel migliore dei modi: tutte le nostre iniziative stanno portando Chargeurs a conquistare ulteriori quote di mercato e ad allargare il perimetro aziendale, grazie in particolare - ça va sans dire - alle collezioni Zero Water, Nativa e Bertero”.
Copyright © 2023 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.