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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
27 apr 2023
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Chargeurs PCC punta sull'innovazione per ridurre il proprio impatto energetico

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
27 apr 2023

Pochi giorni dopo aver annunciato un fatturato stabile nonostante un esercizio 2022 scosso da inflazione e crisi energetica, il gruppo francese Chargeurs, o meglio la sua divisione Chargeurs PCC, ha presentato, al recente salone parigino Made in France Première Vision, l’interfodera a maglia “Lainière Paris” e l’ultima gamma di interfodere tinte “ZeroWater”. L'occasione buona per Gianluca Tanzi, CEO della divisione PCC Fashion Technologies e Presidente di Chargeurs Luxury Materials, per discutere della strategia del gruppo transalpino di fronte all'aumento dei costi energetici e per affrontare l’argomento della tendenza globale verso il reshoringdelle produzioni (ovvero la rilocalizzazione, o quantomeno il riavvicinamento produttivo, ndr.)”.

Gianluca Tanzi - Chargeurs PCC Fashion Technologies


Chargeurs PCC fornisce materiali tessili a circa 1.600 marchi. Un elenco in cui i colossi del lusso si mescolano ai player del fast-fashion e dell'abbigliamento, o ancora agli specialisti del denim, dello sportswear e dell'outdoor. L'azienda afferma di produrre 350 milioni di metri di interfodere ogni anno.

Nel luglio 2022, il gruppo ha annunciato la proprie riorganizzazione in tre divisioni: Tecnologia, Lusso e Diversificazione. A capo delle attività tessili del gruppo dall'ottobre 2021, Gianluca Tanzi è ora CEO di Chargeurs PCC Fashion Technologies, una costola della divisione Technology. Funzione dalla quale ha potuto constatare solo nel 2022 un passaggio ad una nuova realtà per il settore. 

“La crisi energetica ha avuto un forte impatto sui nostri costi di produzione, e di conseguenza abbiamo aumentato i prezzi, perché era diventato impossibile non subirla”, spiega da New York il manager a FashionNetwork.com, raggiunto telefonicamente. “Non abbiamo più effettuato ordini di energia dall'estate del 2022, perché i costi previsti stavano diventando enormi, con determinati importi moltiplicati per due o per tre”.
 
Ma ogni crisi porta anche opportunità, sottolinea il manager, il quale spiega che saranno fatti molti investimenti per modernizzare lo stabilimento Chargeurs PCC di Péronne, nella Somme. Struttura la cui storia risale al 1903, il sito “Lainière de Picardie” vedrà i suoi 47.000 metri quadrati proporre entro un anno un dispositivo di finitura in grado di risparmiare il 50%-55% dei costi energetici, indica Gianluca Tanzi. La fabbrica vanta una tecnologia di trama interna, prodotta sul posto, che consente di rinforzare i capi leggeri da esterno attraverso una trama ancora più leggera, ma più resistente. “È un materiale ideale per le creazioni più folli, e in particolare per il mondo dell'alta moda”, sottolinea il dirigente italiano.
 
Una nuova generazione di telai per tessitura

Chargeurs PCC punta anche a ridurre il suo dispendio energetico attraverso l'offerta "ZeroWater". “Per colorare le nostre interfodere, il nostro processo ci permette di evitare l'uso della tintura, che è una delle fasi di lavorazione più energivore”, spiega Gianluca Tanzi, per il quale questa realtà della finitura significa ripensare l'intero strumento industriale. “Ciò passerà per una nuova tecnologia che abbiamo sviluppato negli ultimi dieci mesi con i produttori di macchinari. E questo porterà a un minor consumo di energia”.

Una lavorazione nello stabilimento "Lainière de Picardie" - Chargeurs PCC


Una seconda fase del piano energetico dovrà attendere il prossimo anno, a causa di un ritardo che interessa i costruttori di macchinari, e in particolare la produzione di telai. Perché Chargeurs PCC intende trasferire tutte le sue attività a una nuova generazione, più efficiente, più veloce e meno energivora.

“È un processo che richiederà almeno cinque anni perché, se vengono effettuati ordini di macchinari, normalmente ci vogliono quattordici mesi per riceverli. E l'attuale difficoltà di accesso a componenti e schede madri sta rallentando tale procedura”, afferma Gianluca Tanzi, che non vede possible che l'energia torni mai ai prezzi praticati prima della crisi. “Quindi è attraverso i nostri adattamenti che vogliamo tornare a costi simili a quelli che pagavamo prima dello shock energetico”.

Avvicinare le produzioni ai committenti

Questa strategia energetica della divisione Chargeurs PCC si svolge sullo sfondo di un’evoluzione globale del settore del tessile-abbigliamento. Area industriale che ha vissuto la crisi del trasporto merci, la chiusura della Cina e le interruzioni della catena di approvvigionamento. Altrettanti segnali di come sia imperativo trovare delle soluzioni alternative.
 
“I clienti iniziano a rendersi conto che non si può comprare tutto e ovunque nello stesso momento, che questo approccio non funziona più”, riassume il direttore della divisione. “Gli americani stanno iniziando a rendersi conto che acquistare tutto dall'Asia e portarlo negli Stati Uniti porta molti problemi. L'anno scorso i porti erano bloccati. E hanno dovuto pagare il prezzo massimo per accedere ai loro ordini. Ciò significa dunque che stiamo vivendo una grande fase di reshoring”.
 
Gianluca Tanzi cita il caso dell'Europa, che vira più che mai verso l'Europa dell'Est, la Turchia o il Nord Africa. “Dopo la guerra, momento che spero arrivi il prima possibile, penso che l'Ucraina sarà un Paese molto strategico per la nostra industria”, sostiene addirittura il dirigente. Allo stesso tempo, Tanzi sottolinea l'importanza della rete delle produzioni di Chargeurs PCC. “Abbiamo stabilimenti in Cina, Bangladesh, Sri Lanka, Francia, Argentina e Brasile”, afferma. “Quindi un modo per continuare a soddisfare le esigenze dei nostri clienti è stato il poter offrire una soluzione locale, in modo da far abbassare costi di trasporto e rischi di produzione, che si riducono matematicamente con la distanza”.

Le interfodere "Zero Water" sono tinte senz'acqua, sono ultraleggere, e si possono abbinare ai materiali utilizzati dalle griffe del lusso - Chargeurs


Una logica di ottimizzazione economica che apporta un nuovo argomento a chi è a favore delle strategie ambientali. Campo in cui Chargeurs aveva già preso l'iniziativa lanciando, già a metà del precedente decennio, la label Native di lana premium, sostenibile e tracciabile. Un'attività che Chargeurs PCC ora associa alle piume Thindown, per offrire imbottiture composte per metà da piumino riciclato e da lana responsabile, in alternativa all'imbottitura in poliestere.
 
Ambizioni eco-responsabili che, lato brand, si scontrano però con l'attuale realtà economica. “I marchi con cui collaboriamo hanno dovuto fare molto destoccaggio, perché le vendite non sono state all'altezza delle loro aspettative”, conferma Gianluca Tanzi. Il dirigente sottolinea che, di fronte a simili difficoltà, il gruppo ha deciso di diversificare le proprie tipologie di clienti al fine di ridurre i rischi.

“C'è una polarizzazione evidente tra il mercato del lusso e il mass market”, osserva il manager. “Il mercato di fascia media è sempre più compresso e in contrazione. La tendenza non è nuova, la vediamo da dieci-quindici anni, ma si sta intensificando”, conclude il direttore del gruppo.

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