25 ott 2015
Chantecler: una borsa-gioiello insieme a Magrì
25 ott 2015
Il marchio caprese di gioielli Chantecler ha collaborato con il brand fiorentino di borse Magrì per realizzare una creazione esclusiva, e intanto punta a veder crescere i ricavi del 20% entro fine 2016.
Isabella Pia Ayoub, Amministratore Delegato e Direttore Creativo di Magrì, azienda specializzata nella creazione di pregiate borse femminili, è un architetto laureato al Southern California Institute of Architecture. Magrì nasce dal desiderio della Ayoub di offrire alle donne più eleganti il fascino del romanticismo e dello stile vintage con una forte connotazione moderna. Ogni borsa è caratterizzata da un gioiello-serpente a due teste che rappresenta la dualità insita in ogni donna, dove grazia e mistero convivono in perfetta armonia.
Maria Elena Aprea è invece l’erede (insieme ai fratelli Gabriele e Costanza) e il Direttore Creativo di Chantecler, la firma di alta gioielleria nata a Capri a metà del secolo scorso.
Le due donne hanno deciso di far incontrare le loro creatività, capacità e conoscenze per la creazione di una speciale borsa, estremamente raffinata ed elegante, che ha portato alla trasformazione del serpente a due teste, blasone di Magrì, in una fibbia-gioiello protetta e avvolta nelle sue spire, simbolo che fluttua sulla rara pelle di coccodrillo con cui è realizzata la bag. L’intensità del colore delle pietre preziose contrasta ed esalta l’esotico colore della “Borsa gioiello”.
I gioielli di Chantecler sono nati dai disegni originali di Pietro Capuano, soprannominato “Chantecler”, che ha fondato l'azienda nel 1947 insieme all'amico Salvatore Aprea. La società, le cui azioni sono possedute al 100% da Chantecler Holding (in quote ripartite egualmente tra Gabriele, Maria Elena e Costanza Aprea) ha chiuso il 2014 con un fatturato di 16 milioni di euro (-8% sul 2013), generando ancora l'82% del dato in Italia.
“Siamo riusciti, comunque, a compensare questo calo con il contenimento dei costi di esercizio”, indicava in una recente intervista su “MF Fashion” Gabriele Aprea, che è l'Amministratore Delegato del marchio del galletto. Aprea ricordava che gli sforzi di Chantecler sono stati e saranno orientati verso l'espansione worldwide. Inoltre, indicava come mercato di punta l'Estremo Oriente, e che a livello distributivo il marchio campano punta a rafforzarsi specialmente negli Emirati Arabi e negli Stati Uniti, nell'intento di realizzare una crescita dei ricavi stimata nell’ordine del 20% entro fine 2016. Gli Aprea stanno poi pensando per il prossimo futuro alla realizzazione di una brand extension, per arrivare a proporre linee di prodotti per la casa, foulard, sandali e borse da sera a firma Chantecler.
Nella Capri del jet-set internazionale degli anni ’50, tutte le dive dell’epoca passavano nella storica boutique di via Vittorio Emanuele per acquistare le creazioni Chantecler. Le “Campanelle” che, da sempre, sono i gioielli di Chantecler più venduti, sono realizzate in pavé di pietre preziose, in oro e diamanti o in pietre dure, risultando oggetti senza tempo e sempre di moda. Ma tutti i monili d’oro, d’argento e di pietre preziose di Chantecler negli anni hanno incantato dive e star come Jackie Onassis, Audrey Hepburn, Ingrid Bergman, Maria Callas, Greta Garbo, Rita Hayworth, Liz Taylor, Grace Kelly ed altre icone fashion.
E così, se le “Campanelle” e le collezioni prêt-à-porter hanno trovato ampio spazio presso le migliori gioiellerie d'Italia e del mondo, le preziose creazioni di alta gioielleria, che ancora oggi vengono fatte a mano, continuano ad attirare l’attenzione di un pubblico consapevole ed esigente, dallo stile elegante e raffinato, ma contemporaneamente un po' eccentrico, ricorda il comunicato ufficiale.
Nell'ultima linea di alta gioielleria “Caledoscopio” di Chantecler (che è reduce dalla prima partecipazione al salone svizzero di gioielleria ed orologeria Baselworld in questo marzo del 2015), disegnata come sempre da Maria Elena Aprea, l’anima creativa e stilistica del brand, gli anelli, gli orecchini e le collane, tutti dalla forma molto grande, sono vivacizzati da pietre multicolor come turchesi, tormaline, coralli. “E’ Capri che, per me, continua ad essere una fonte di ispirazione inesauribile, con il suo mare, le sue stradine, la sua vegetazione spontanea e profumata In totale, si susseguono ben 9 passaggi tra le mani dei nostri artigiani: dal modellista, al gemmologo, all’incastonatore”, dice la designer.
Il brand caprese oggi possiede sei monomarca di cui tre in Italia (Capri, Cortina, e Milano), uno ad Astana in Kazakistan, uno a Tokyo e uno a Hong Kong (questi ultimi tre in franchising) oltre ad essere distribuito in una rete di circa 200 gioiellerie rivenditrici selezionate in Italia e all’estero. Capri, con le sue bellezze naturali e architettoniche, rappresenta la vetrina internazionale, Milano, con l’apertura dello showroom nel 2009, in Via Gesù all'angolo con Via della Spiga, è ora la sede commerciale, mentre quella produttiva, amministrativa e logistica si trova a Valenza.
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