Chanel: moda moderna per modelle
Sembravano i bei vecchi tempi alla sfilata di Chanel, con decine di fotografi che circondavano la passerella, urlando alle modelle. Fortunatamente, i vestiti sembrano freschi e divertenti e molto adatti all’oggi.

Proprio come nel secolo scorso, le modelle hanno sfilato su passerelle sopraelevate, piroettando mentre i fotografi ne immortalavano ogni singola mossa. Alcune modelle schiaffeggiavano il sedere di altre ragazze; altre hanno tirato fuori la lingua. Sebbene si trattasse di un cast multietnico moderno, avevano tutti l'algida arroganza dell'era d'oro degli anni '80, quando nacquero le supermodel.
A differenza di allora, oggigiorno folle enormi si presentano fuori da ogni défilé. Per Chanel, oltre 2.000 fan hanno sfidato la pioggia battente per registrare coi cellulari gli ingressi dei coccolati ospiti che uscivano dalle limousine ed entravano nel Grand Palais Ephemere, un'enorme struttura temporanea costruita mentre lo stesso Grand Palais è in fase di ristrutturazione. Il suo sponsor principale? Chanel, bien sûr.
La casa di moda aveva già inviato anteprime ai giornalisti scattate da Inez Van Lamsweerde e Vinoodh Matadin. Protagonista la modella svizzera Vivienne Rohner, che ha posato con una fotocamera SLR, con il nome del marchio accuratamente eliminato. Un'immagine che ha fatto da sfondo all'auditorium tutto nero che ha ospitato lo show. Rohner è persino venuta a fare il saluto conclusivo.
“Perché scatti con una macchina fotografica? Perché nella moda i fotografi sono quasi più importanti degli abiti! Anche se il vestito non è eccezionale, fai comunque una bella foto! Per me la fotografia è moda”, ha esclamato il direttore creativo di Chanel, Virginie Viard, in un backstage gremito dopo aver posato con la star del K-pop Jennie delle Black Pink, una testimonial del marchio, appena soprannominata Coco Jennie.

In passerella, Viard ha subito sorpreso aprendo la sfilata con i costumi da bagno; una mezza dozzina di body o bikini sexy, accessoriati con braccialetti “CC”; molteplici collane di perle; spille con garofani; grandi borse matelassé; borse classiche. Elementi visti praticamente in ogni look. Ragazze destinate a presentarsi in un pop-up balneare e non in una spiaggia qualsiasi.
C'era appena il tempo per il pranzo, prima che il cast di modelle si dirigesse in massa verso un cocktail bar – con completini di pelle verniciata; micro abiti a trapezio fatti di paillette; smoking dress in lana bouclé antracite, tagliati ben sopra la coscia.
Ogni top model ruota, si dimena e scuote i fianchi mentre posa per ogni singolo fotografo. Altre guardano gelidamente giù per il naso, con tutta l'alterigia di una ragazza da copertina.
Comunque si è trattato di uno show dalla qualità incostante e irregolare. Per esempio, un quartetto di abiti da mare antivento a righe zigzaganti sembrava davvero implorare di essere modificato. Ma improvvisamente ecco che la sfilata è riuscita a ritrovare il passo nel finale, grazie ad un grande ottetto di top e abiti in chiffon con farfalle biomorfe splendidamente stampate. Tutte si mettono in posa nel finale davanti allo sfondo mentre Viard, designer molto in controllo del proprio destino, fa l’inchino finale. È sembrata esuberante e sollevata, perché ha finalmente messo in scena una sfilata a Parigi dopo aver potuto solamente realizzare 5 o 6 videoclip negli ultimi 18 mesi.

“A giugno e luglio, quando abbiamo iniziato a pensare a questo défilé, non sapevamo quante persone volessero o potessero venire qui. Il vero Grand Palais è magnifico, ma siccome dovevamo cambiare location mi è venuta l'idea di una passerella di un'altra epoca. Ed è per questo che ho scelto lo swimwear. Aveva bisogno di un ambiente intimo e non avrebbe funzionato al Grand Palais”, ha spiegato Viard.
La stilista è stata anche ‘assalita’ da tante modelle, che chiaramente hanno molto amato di poter indossare questa collezione, così tanto che si percepiva che proprio loro rappresentavano il vero tipo di cliente che la Viard aveva in mente.
“Ad essere onesta, adoro le modelle e le trovo così carine. Quindi, volevo che queste ragazze fossero felici; e lo erano!”, ha concluso.
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