Cerruti 1881 si riorganizza grazie all’impulso di Shandong Ruyi
Dopo essere già stato fermo un turno lo scorso giugno, Cerruti 1881 non sfilerà neanche nel gennaio del 2020 alla Settimana della Moda di Parigi. Da quando ha cambiato azionista nel 2017, il marchio di prêt-à-porter maschile di lusso è stato oggetto di una profonda ristrutturazione, così come Kent & Curwen e Gieves & Hawkes, gli altri brand del gruppo di Hong Kong Trinity, comprato al 51% dal colosso cinese del tessile-abbigliamento Shandong Ruyi.
La partenza del direttore artistico Jason Basmajian è stata annunciata in luglio. In seguito, le collezioni sono state concepite e disegnate dallo studio parigino, ci indica la maison fondata nel 1967 a Parigi da Nino Cerruti, nell’attesa di trovargli un successore. “Come fanno sempre più aziende, stiamo pensando a nuove formule di comunicazione per le nostre creazioni. Non saliremo in passerella a gennaio e prenderemo una decisione una volta nominato il nuovo direttore creativo”.
“Grazie all’impulso di Shandong Ruyi, il gruppo Trinity ha dato il via ad un piano di ristrutturazione ambizioso. Il nuovo team del management ha intrapreso una politica di razionalizzazione dell'intera catena, dalla produzione alle vendite, compresa l'ottimizzazione della rete di negozi, chiudendo quelli che non erano redditizi. Tale strategia ha permesso di tornare a generare utili”, ha spiegato a FashionNetwork.com Claire Landrau, appena nominata vicepresidente mondo del marketing e della comunicazione di Cerruti 1881.
Nei primi 6 mesi dell’anno, il gruppo Trinity ha registrato un fatturato di 1,029 miliardi di dollari di Hong Kong, pari a 117,7 milioni di euro, in crescita del 15,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e ha mostrato un utile netto di 76,6 milioni di dollari di Hong Kong, vale a dire 8,7 milioni di euro, contro la perdita di 196,8 milioni (22,5 milioni di euro) registrata tra gennaio e giugno 2018.
Come spiegato lo scorso agosto alla pubblicazione dei risultati trimestrali dal presidente e direttore esecutivo di Trinity Group, Paul David Haouzi, dopo anni di contrazioni, era necessaria una cura drastica per far uscire l'azienda dalla situazione di emergenza in cui si trovava. Tra giugno 2018 e giugno 2019, i dipendenti del gruppo sono passati da 2.117 a 1.667, determinando l’eliminazione di 450 posti di lavoro e la chiusura di tre uffici regionali in Cina (Guangzhou, Chengdu, Pechino). Ben 35 punti vendita, giudicati non redditizi, sono stati chiusi. Ora il gruppo ne gestisce 232. Infine, la maggior parte dei servizi è stata esternalizzata.
La nuova strategia implementata prevede una drastica riduzione di sconti e promozioni, una diversificazione dell'offerta con vestiti più informali e la futura introduzione del ready-to-wear femminile. Il gruppo vuole anche concentrarsi sul servizio su misura e sulla personalizzazione dei prodotti.
Infine, la rete vendita è stata rivista in profondità, per privilegiare il canale wholesalee le vendite online. “Abbiamo cercato di penetrare in nuove reti di vendita. Nel business dell’abbigliamento di lusso, ad eccezione di alcune grandissime griffe, non si può basare la propria distribuzione al 100% solo sul retail,perché non funziona”, sottolinea Paul David Haouzi.
In effetti, se il gruppo ha visto calare le vendite al dettaglio del 16,1% nel primo semestre dl 2019, le vendite all’ingrosso e le licenze hanno quasi quadruplicato il loro giro d’affari (+286%), pesando ora la metà dei ricavi ottenuti con la vendita al dettaglio.
Fatto che il presidente e direttore esecutivo del gruppo ha definito “molto promettente”. “Vogliamo ripartire su basi sane”, ha dichiarato.
In particolare, nel canalewholesaleTrinity ha potuto estendere le proprie attività al "corporate business", rifornendo di vestiti e uniformi le grandi aziende cinesi, grazie al suo nuovo azionista Shandong Ruyi, uno dei leader in questo campo in Cina. “Un'attività particolarmente appropriata per Cerruti 1881, che ha creato un'interessante opportunità per il marchio”.
La griffe, che non specifica i suoi risultati, manifesta una doppia strategia. Da un lato lavora “sull’adattarsi alle nuove esigenze dei consumatori con una linea creativa che continua il proprio ringiovanimento sotto la direzione dello studio stilistico di Parigi, preservando nel contempo il posizionamento nel lusso. Dall'altro, mira ad incrementare l’intensità della sua presenza digitale e multicanale globale”, conclude Claire Landrau.
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