Pubblicato il
1 mar 2012
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Cédric Charlier: lancio riuscito
Pubblicato il
1 mar 2012
1 mar 2012
Androgina e molto sexy, la donna di Charlier indossa abiti sinuosi in tessuti a specchio dalle superfici lisce e viniliche. E mostra un lato altero, che sarebbe piaciuto a Hitchcock, che sapeva che dietro a questa fredda apparenza si nasconde un temperamento passionale.
Un primo défilé riuscito - Foto: Pixel Formula |
"Tre fotografie hanno ispirato il mio lavoro – ha spiegato Cédric Charlier a FashionMag dopo la sfilata – la prima è di Allyson Mosa, la seconda è un ritratto di Charlotte Rampling di Helmut Newton, che rappresenta la nudità, l'audacia e il non-convenzionale e la terza è una foto di Wibeck con uno smoking di Saint Laurent. Sono appese nel mio studio e sono partito da là".
Queste superfici lisce e riflettenti (anche le orecchie brillano, truccate in color bronzo) sono in un certo modo il motivo conduttore della collezione. "Effettivamente, ho voluto esprimere con questi tessuti un contrasto rispetto alle materie prime maschili. Queste miscele tra opaco e lucido rappresentano il mio modo di esprimere il fuoco che c'è sotto il ghiaccio".
La collezione è caratterizzata da bellissimi cappotti, fatti di tagli marcati e di grandi bottoni dorati o più arrotondati, attraversati da zip. Tailleur nei toni del rosso bordeaux-grigio-nero, vestitini dagli stampati impressionisti e abiti-bustier di un'eleganza sobria e molto cosmopolita completano un guardaroba eterogeneo e moderno, mai eccessivo nei volumi e facilmente indossabile. La silhouette è spinta verso l'alto dall'effetto dei colli che arrivano al mento, onnipresenti nelle camicie, nelle giacche, negli abiti.
Malgrado l'appeal che manifesta, quest'eroina un po' aliena "non esprime una donna di potere – afferma lo stilista – ma possiede una grande vulnerabilità, perché credo che ci sia altrettanta bellezza nella vulnerabilità quanto nell'audacia e nell'indipendenza".
La partnership con il gruppo italiano Aeffe, perfezionata su un periodo della durata di 5 anni, costituisce un asset strategico per Charlier, "Ciò mi dà la possibilità di affrontare il mercato internazionale". "Questo progetto è prima di tutto un desiderio personale – conclude Charlier – bisognava che lo facessi, era quasi un bisogno il mio. Non si trattava di ossigeno per me, ma proprio del mio respirare".
Silvia Manzoni (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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