25 mag 2020
Cavalli: trasferimento a Milano “irrevocabile”, lavoratori verso mobilitazione
25 mag 2020
L’addio a Firenze s’ha da fare. A mettere una parola definitiva sul trasferimento delle funzioni amministrative e commerciali del marchio Roberto Cavalli a Milano è un comunicato diffuso nei giorni scorsi dalla società, che ha definito la decisione dell’azionista Dico Group (subentrato lo scorso anno al fondo Clessidra) “irrevocabile”.
L’annuncio della maison ha scatenato la reazione dei sindacati, pronti a mobilitarsi insieme ai lavoratori in occasione del prossimo incontro tra azienda e sindacati fissato per il 3 giugno, “probabilmente attraverso un presidio in una piazza di Firenze, ovviamente rispettando le norme di sicurezza”, specifica la nota sindacale post assemblea.
L’azienda è reduce dal vertice del 22 maggio tenutosi nella sede di Confindustria Firenze con le organizzazioni sindacali locali e le RSU. Ultimo di una lunga serie sulla vertenza Cavalli che vede al centro la chiusura della storica sede della griffe a Osmannoro, nel comune di Sesto Fiorentino, dove lavorano circa 170 addetti.
La società ha sottolineato di voler salvaguardare i livelli occupazionali e conservare i rapporti di fornitura con i terzisti toscani. “Vogliamo definire con le organizzazioni sindacali modalità e tempistiche del trasferimento: e vogliamo farlo presto, nell’interesse dei lavoratori”, afferma Cavalli, che mira a dare integrale continuità a tutti i rapporti di lavoro, garantendo a tutti l’applicazione delle condizioni previste dai relativi CCNL”.
Ma il futuro dell’azienda non potrà che passare da Milano per alcune ragioni strategiche. “Oltre alla prevalente vocazione commerciale, la scelta di installare nel capoluogo lombardo il quartier generale dipende dal fatto che la città è diventata il punto di riferimento per gli investitori e i clienti nazionali e internazionali”, precisa la società.
Inoltre, si legge nel testo, “il trend di trasformazione digitale sta subendo una fortissima accelerazione con conseguenze sul modello di business e sull’organizzazione del lavoro e questo comporta la necessità di spostare l’asse in prossimità delle società che erogano tali servizi digitali, prevalentemente polarizzate nell’area milanese”.
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