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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 feb 2020
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Cashmere Flakes recluta cinque giovani designer a Parigi, Milano e Tokyo

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 feb 2020

Nel menù delle prossime Fashion Week ci sarà anche un progetto che unisce la creatività a un approccio eco-responsabile reale. FashionNetwork.com ha potuto vedere in anteprima la collezione firmata da cinque giovni talenti internazionali per il marchio italiano Cashmere Flakes. Si tratta di Dawei, Victoria/Tomas, Savoar Fer, Marco Rambaldi e Cinoh, che sveleranno il loro lavoro sulle passerelle tra pochi giorni a Milano, Parigi e Tokyo. Risultato: una collezione etica e acuta, con prodotti che sono sia facili che di fascia alta.

Cashmere Flakes XVictoria /Tomas - Kevin Aldrich


La collezione si compone di cinque capsule, che vanno dai cinque ai quindici pezzi ciascuna, e che esprimono le cinque anime creative di questo quintetto internazionale. Vi si trovano piumini e giacche in nylon con tagli divertenti e contemporanei, sublimi cappotti di cachemire, ma anche capi in maglia, un’insolita tuta dopo-sci, senza dimenticare giacche e gonne in cachemire o in nylon imbottite, con un tocco fashion.
 
Il progetto sarà presentato a Milano il 23 febbraio con il sostegno della Camera della Moda (CNMI). Poi a Parigi nello spazio ‘Impact’ del salone Première Classe dal 28 febbraio al 2 marzo, e allo showroom del marchio, in place des Vosges, 9 (IV arrondissement) fino al 6 marzo. Infine a Tokyo il 19 marzo. In esso si trovano condensati tutti gli elementi di una bella storia. Una casa di moda storica, una coppia di imprenditori impegnati, un impatto positivo sul pianeta (in particolare sui pastori nomadi della Mongolia), un prodotto lussuoso e innovativo.

Tutto comincia qualche anno fa, quando Francesco Saldarini, che guida l’azienda familiare fondata a Como nel 1882, e che dirige con sua moglie, Laurence Vanderhaegen, decide di trovare un'alternativa alle giacche in piuma d'oca o sintetiche.
 
Originariamente produttore di filati e tessuti di seta, negli ultimi decenni Saldarini si è trasformato in un marchio di accessori (sciarpe, foulard, ecc.), e poi di abbigliamento. Da quattro anni, la società si è impegnata ad avviare un approccio eco-responsabile lanciando Cashmere Flakes, che contemporaneamente è sia un nuovo processo produttivo che un nuovo marchio di abbigliamento, i cui prodotti sono realizzati a partire da “fiocchi” di cachemire della Mongolia, da cui il suo nome.

Cashmere Flakes X Savoar Fer - Kevin Aldrich


Nel 2016, il brevetto Cashmere Flakes viene depositato, e ha ad oggetto il procedimento di imbottitura dei piumini a partire da questi fiocchi, che provengono dal cachemire certificato delle capre Hircus della Mongolia. I peli vengono raccolti a mano tosando le capre a pettine, vale a dire recuperando i peli persi che sono rimasti attaccati al loro mantello durante la loro muta in primavera, da circa 83.000 famiglie nomadi, riunitesi nell'unione sindacale nazionale delle cooperative di pastori mongoli.
 
La raccolta viene quindi inviata in Italia, trattata ed elaborata secondo un processo sviluppato da Saldarini per ottenere un fiocco di cashmere che verrà iniettato nelle giacche per imbottirle. La fibra viene anche utilizzata per creare maglie lussuose e per fabbricare il tessuto che serve a realizzare giubbotti, pantaloni, abiti e soprattutto cappotti.
 
“È un approccio ecologico, perché il cashmere è naturale e non produciamo eccessivamente, ma seguiamo il ritmo naturale della vita delle capre. Il nostro procedimento protegge gli animali, sostenendo nel contempo il tessuto socioeconomico locale dei nomadi. Abbiamo stretto un accordo con il governo e l'unione dei pastori locale che garantisce loro prezzo di acquisto solidale, senza passare attraverso degli intermediari cinesi”, ci spiega Francesco Saldarini.

"Le nostre capre vivono in Mongolia, non le rasiamo, le pettiniamo con dolcezza!", proclama Cashmere Flakes - ph Dominique Muret


“Questo consorzio ha anche sviluppato, attraverso un progetto della Cooperazione Svizzera allo Sviluppo, un codice di buona condotta dell’allevamento sostenibile, che consente di utilizzare i pascoli mongoli in modo equilibrato nel rispetto dell'ambiente, affinché la steppa possa rinnovarsi. Questo ha creato un circolo virtuoso”, ha aggiunto.
 
Quando ha lanciato Cashmere Flakes nel febbraio del 2017, l’imprenditore è stato immediatamente contattato dai principali player del lusso e ha subito siglato una partnership con Giorgio Armani per la produzione di collezioni di giacche imbottite. Allo stesso tempo, ha iniziato a sviluppare la propria collezione facendo appello ad alcuni giovani stilisti.
 
Nel febbraio 2019 sono state presentate le prime due capsule, firmate dal marchio giapponese Ujoh di Mitsuru Nishizaki e dal giovane stilista Marco Rambaldi. Per il prossimo inverno, l’offerta si amplia, attingendo all'esperienza della consulente dell’universo del lusso e cacciatrice di talenti Patricia Lerat di PLC Consulting.
 
Accanto all'italiano, vengono coinvolti i tre designer Français Dawei, Victoria/Tomas e Savoar Fer, e l’etichetta nipponica Cinoh, che succede a Ujoh. Il suo stilista, Takayuki Chino, ha vinto il Tokyo Fashion Award 2019.

Cashmere Flakes X Dawei - Kevin Aldrich


“Lanceremo l’e-commerce in giugno. Per il momento, la linea Cashmere Flakes è venduta solamente in una selezione molto ristretta di multimarca top. Vogliamo avere un partner solo in ogni grande città”, precisa Francesco Saldarini, che attualmente conta fra i propri clienti 10 Corso Como a Milano, e il sito commerciale di LuisaViaRoma (#LVR Sustainable).
 
Ora l’azienda, che oggi possiede solo due negozi monomarca (entrambi in Italia, a Cortina e Serravalle), si sta concentrando su un nuovo progetto. Nel 2019 ha ottenuto un fatturato di 4,8 milioni di euro.

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