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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 lug 2018
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Carven: depositate tre offerte d’acquisto, ma sono possibili altre vie d’uscita

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 lug 2018

La firma parigina di abbigliamento Carven attendeva un primo verdetto sul suo futuro il 9 luglio, data del deposito delle offerte d’acquisto presso il tribunale commerciale di Parigi. Dopo essere stato costretto a chiedere l’amministrazione controllata per trovare una nuova soluzione economica praticabile, il brand francese si trova ora di fronte a due possibilità: una parziale ricomposizione del capitale con l'ingresso di nuovi investitori che finanzierebbero un piano di risanamento, oppure un acquisto puro e semplice. Per quest’ultima opzione si sono candidati in tre.

Carven - Autunno-Inverno 2018 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


Secondo le informazioni in possesso di FashionNetwork.com, la prima di queste tre è una sua vecchia conoscenza: il gruppo Bogart, che possiede i diritti di produzione dei cosmetici e delle fragranze di Carven dal 2010, allora acquisiti per quasi 2 milioni di euro. Lo specialista dei profumi e dei prodotti di bellezza possiede i marchi Bogart, Ted Lapidus, Jeanne Piaubert, un’insegna che vanta oltre 160 punti vendita tra Francia, Germania e Israele (April), e varie altre licenze di profumi.
 
Carven pesa 5 milioni di euro sull’attività complessiva della creazione di profumi di Bogart, che vale 30 milioni di euro (per un fatturato totale del gruppo di circa 130 milioni di euro nel 2017). Una cifra che Bogart desidera almeno mantenere, ma forse anche ampliare, nel contesto di un rilancio più globale della maison parigina.

Bogart non ha ancora risposto alle nostre richieste di chiarimenti sui dettagli del progetto che avrebbe in mente per rilanciare Carven, e va fatto notare che può già vantare un’esperienza nel settore della moda. Infatti è stato proprio lui il proprietario del marchio Balenciaga dal 1986 al 2001, prima di venderlo a Gucci. Anche per Ted Lapidus, che possiede integralmente dal 1998, il gruppo Bogart ha fatto sviluppare dei prodotti fashion, ma esternamente, su licenza.
 
L’offerta formulata dal gruppo di Jacques Konckier per Carven sarà dunque studiata dal tribunale del commercio entro la prossima udienza, in calendario per fine luglio. Un’offerta che non è però la sola. Gli altri due dossier d’acquisto depositati sarebbero, secondo le nostre informazioni quello di Cashtex, attore che opera nell’abbigliamento e nella pelletteria all’ingrosso, con sede nel Sentier di Parigi, la cui famiglia proprietaria, guidata da Henry e Daniel Levy, gestisce anche il marchio di moda femminile di media gamma LM Lulu e sviluppa accessori su licenza, come le borse per Jean-Louis Scherrer. Infine, l’ultima offerta proverrebbe da Philippe Métivier, che in passato aveva proposto un acquisto parziale dei negozi Mim al momento della disgregazione dell’insegna di abbigliamento femminile a basso prezzo, ma il cui perimetro d’azione come imprenditore è poco noto.
 
L’amministratore giudiziario si sta comunque attivando per trovare un’altra soluzione. Come accennato alcune settimane fa, oltre all’acquisto dal tribunale, esisterebbe anche un’altra opzione se si trovassero dei nuovi investitori. Entrando nel capitale della società, che quindi si ricomporrebbe, questi potrebbero finanziare un piano di risanamento. Ma su questo fronte viene mantenuto al momento il più assoluto riserbo, mentre si stanno negoziando le possibili condizioni di ingresso nella capitale di Carven.
 
Per ora il fondo di Hong Kong Bluebell, di cui ancora non si conoscono le intenzioni, possiede i due terzi delle azioni, mentre Henri Sebaoun, l’ex proprietario che ha venduto loro Carven nel 2016, rimane azionista di minoranza. Un nuovo ingresso potrebbe dunque permettere alla maison di rimettersi a galla risanandosi, una strategia di cui si sta attualmente occupando il management ancora in carica, guidato da Sophie de Rougemont. Sono già stati presi dei provvedimenti con la chiusura della linea maschile nel 2016. È Serge Ruffieux che dal 2017 ha il compito di ravvivare lo spirito creativo della maison, sempre caratterizzata dal passaggio di Guillaume Henry nei suoi anni migliori, fino al 2014. Creata nel 1945 par Marie-Louise Carven, la griffe era riuscita da 10 anni a riposizionarsi sul segmento della moda di altissima gamma.

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