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9 nov 2022
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Carlo Capasa (CNMI): “La filiera italiana della moda va tutelata, è un valore per l’intera Europa”

Pubblicato il
9 nov 2022

Intervenuto il 9 novembre a Milano nel corso dell’annuale Fashion Summit Pambianco-PwC, che in questa edizione ha affrontato il tema del ruolo dell’Italia nel nuovo sistema moda mondiale, il Presidente di CNMI Carlo Capasa ha posto l’accento sull’importanza della filiera produttiva della moda nel nostro Paese e sulle sfide che dovrà affrontare nel prossimo futuro.


Carlo Capasa sul palco del Fashion Summit Pambianco-PwC - Photo: FNW/Laura Galbiati

 
“Negli ultimi anni è cambiato il paradigma: in passato la filiera era vissuta quasi come in contrapposizione ai brand, che a partire dal 2007/2008 hanno cominciato a rivolgersi all’estero per le loro produzioni”, ha affermato Capasa. “Poi si sono verificati alcuni fenomeni, che sono stati accelerati dalla pandemia. Innanzitutto, siamo diventati più consapevoli del valore della sostenibilità e dell’alta qualità, scoprendo che il consumatore è disposto a pagare di più per prodotti che abbiano un contenuto sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Inoltre, le difficoltà logistiche degli ultimi anni hanno stimolato un fenomeno di reshoring naturale”.
 
Capasa però ha anche evidenziato alcune debolezze della filiera italiana, composta da 600mila addetti per 60mila aziende, che sono quindi per la maggior parte molto piccole, familiari e a volte sottocapitalizzate.

“Tutti gli attori coinvolti stanno cercando di tutelare la filiera. Camera Moda come associazione, ad esempio collaborando con Confindustria e Confartigianato, ma anche i grandi brand, garantendo con le banche per consentire alle piccole imprese di accedere ad aiuti finanziari, acquisendo realtà o entrando con quote minoritarie nel capitale di queste imprese, cercando sempre di preservare l’imprenditorialità che le ha create. Accolgo con favore i poli produttivi che si stanno creando in Italia, come Gruppo Florence, Pattern o HIND”.
 
Anche l’Europa, però, deve fare la sua parte, sottolinea il Presidente: “L’Italia rappresenta il 46% della produzione moda europea, seguita dalla Germania con l’11%. Siamo quindi un valore reale per l’intera Europa, insieme ai francesi, che come noi difendono l’alta qualità. Non dimentichiamo che l’Italia è l’unico Paese che dispone di una filiera moda completa, insieme alla Cina, che però fa un tipo di produzione diversa; il percorso verso la sostenibilità che abbiamo intrapreso è quello che ci differenzia”.
 
Due le azioni necessarie per superare le nuove sfide, secondo Capasa: “Spesso l’Italia non è consapevole del valore che rappresenta, dobbiamo diventare più europei, essere meno protettivi a livello locale e valorizzare quello che facciamo; d’altra parte, le nostre grandi aziende sono multinazionali, esportano in tutti i Paesi. Inoltre, dobbiamo tutelare il valore creativo della nostra impresa e il valore delle nostre persone, lavorando sulla formazione in maniera corretta: oggi abbiamo una carenza significativa di alcune figure e le aziende sono costrette a formare la forza lavoro internamente”.

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