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10 nov 2016
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Carlo Capasa: “Il “see now, buy now” non è premiante e non risponde alla peculiarità della moda italiana”

Pubblicato il
10 nov 2016

In occasione del convegno Fashion & Luxury Summit, organizzato il 10 novembre a Milano da Pambianco e Deutsche Bank sul tema “Innovazione e Velocità”, il presidente di Camera Nazionale della Moda italiana Carlo Capasa ha anticipato che nel 2016 il settore moda allargato prevede di realizzare 83,2 miliardi di euro di fatturato complessivo, crescendo così dell’1,4%; l’export pesa per il 75% e il saldo attivo del comparto è di 25 miliardi.

Carlo Capasa - dr


L’Italia rappresenta il primo paese europeo per il valore lordo della produzione, con il 41%, seconda la Germania, con l’11%. “Anche nel mondo, a parte la Cina, che però offre un livello qualitativo più basso, siamo il primo Paese produttore di beni di lusso. La Settimana della Moda italiana ha fatto più sfilate di Londra, Parigi e New York, ci sono stati più eventi, molti articoli sulla stampa straniera. I brand italiani stanno trainando la moda in questo momento, e viviamo un momento di grande energia per il settore”, si è rallegrato Capasa.

Il convegno si è interrogato su come dovrebbe essere il prossimo futuro in termini di velocità, e anche Carlo Capasa ha dovuto riconoscere come ormai il Web sia fondamentale: “Nel corso della Settimana della Moda ci sono stati 42 milioni di interazioni, contro i 10 milioni dell’anno scorso. Il digital parla direttamente al consumatore finale, quindi nell’ambiente si è pensato di adottare il sistema del “see now buy now”. Alcuni brand esteri ci hanno provato, ma il successo non è stato eclatante. Oltre a non essere premiante, non risponde alla peculiarità della catena della moda italiana, che è complessa e basata sulla creatività, per cui c’è bisogno di tempo, altrimenti si rinuncia all’italianità”, ha affermato Capasa.

“I brand italiani creano sogni e devono continuare a farlo. Esiste la fast fashion, ma l’Italia rappresenta lo slow fashion. In futuro le aziende dovranno comunicare meglio tra di loro, soprattutto a livello di distretti. Creando un sistema di comunicazione tra aziende più moderno, si accorciano i tempi e si diventa più efficienti, ma il primo punto su cui si deve lavorare è la sostenibilità, fondamentale parlando di futuro”, ha concluso il suo ricco intervento il presidente di CNMI.
 

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