Capri Holdings: nel mirino 8 miliardi di dollari e una nuova acquisizione
Durante l'Investor Day, Capri Holdings ha fatto il punto sulla sua trasformazione in gruppo del lusso e ha elaborato un'ambiziosa roadmap per il 2023 e il suo futuro. L'azienda americana, proprietaria di Versace, Michael Kors e Jimmy Choo, ha annunciato di voler raggiungere gli 8 miliardi di dollari di giro d’affari nel lungo termine e investire 300 milioni di dollari l'anno, in particolare cercando una nuova griffe di lusso da acquisire, preferibilmente in Europa e ad alto potenziale, con un heritage storico e un fatturato di circa 500 milioni di dollari.
Date le difficoltà del mercato del lusso, in particolare in Cina, e l'attuale congiuntura economica (guerra in Ucraina, inflazione, problemi di approvvigionamento, ecc.), per il suo anno fiscale 2022/23 il colosso statunitense ha rivisto al ribasso le previsioni di vendita, contando su un fatturato di 5,85 miliardi di dollari contro i 5,95 miliardi precedentemente previsti. Tuttavia, ha mantenuto invariata la sua previsione di utile per azione a 6,85 dollari.
Capri Holdings si è soprattutto posto un obiettivo più ambizioso a lungo termine, ovvero quello di raggiungere gli 8 miliardi di dollari. Capri non ha specificato l’orizzonte temporale per raggiungerli, ma questo obiettivo dovrebbe tradursi in una crescita del 40% delle vendite per l'azienda rispetto ai suoi ultimi risultati annuali per l’esercizio 2021/22, che si è concluso il 2 aprile con un fatturato di 5,65 miliardi di dollari.
In pochi anni, l'ex gruppo Michael Kors, che ha acquisito il marchio di scarpe di fascia alta Jimmy Choo nel 2017, poi il marchio italiano Versace nel 2018, ribattezzandosi Capri, è riuscito a completare la propria trasformazione, come ha ricordato il CEO John D. Idol: “Il nostro desiderio iniziale era quello di fare di Capri Holdings un grande gruppo del lusso e ritengo che ci siamo riusciti. Siamo consapevoli delle attuali sfide macroeconomiche, come i problemi in Cina e le fluttuazioni delle valute, ma siamo più ottimisti che mai sul nostro potenziale”.
Grandi ambizioni per Versace
Secondo le sue previsioni, il gruppo dovrebbe ottenere il 69% delle proprie entrate da Michael Kors nel 2022/23, l'11% da Jimmy Choo e il 20% da Versace. La casa milanese dovrebbe vedere crescere la propria percentuale nel lungo periodo, andando a rappresentare un quarto del fatturato totale del gruppo, mentre la quota di Kors dovrebbe ridimensionarsi intorno al 62,5%.
Geograficamente, l'America rimane il primo sbocco del Gruppo, con il 57% delle vendite nel 2021/22 e il 59% previsto per l'anno fiscale in corso. Ma questa quota è destinata a scendere al 50% in futuro, mentre l'Europa dovrebbe mantenere la sua percentuale del 25%. Da parte sua, l'Asia dovrebbe pesare il 16% sulle vendite totali nel 2022/23 contro il 17% dell'anno precedente e aumentare nuovamente la propria quota in futuro, salendo al 25%.
In termini di reti di vendita, il canale retail dovrebbe continuare la sua espansione con una quota del 76% in futuro, contro il 69% previsto per il 2022/23, mentre il wholesale passerà dal 27% al 21%. Il numero dei negozi Michael Kors nel lungo periodo dovrebbe attestarsi intorno agli 800, contro gli 845 di quest'anno, quello di Versace dovrebbe passare da 225 a 300 e quello di Jimmy Choo da 243 a 300. In totale, quest'anno sono previste 42 nuove aperture (16 per Versace, 6 per Jimmy Choo e 20 per Michael Kors).
Versace, in particolare, dovrebbe raddoppiare le vendite, passando da un fatturato di 1,2 miliardi di dollari alla fine di questo esercizio, con un margine operativo del 16%, a 2 miliardi di dollari a lungo termine con un margine del 20%, principalmente grazie alla forte espansione della categoria degli accessori di pelletteria, le cui vendite dovrebbero quintuplicarsi in futuro, passando dai 200 milioni di dollari del 2021/22 a 1 miliardo, e grazie anche a quella delle scarpe, con un aumento previsto da 200 a 300 milioni di dollari nel periodo. Secondo le previsioni dei vertici del brand italiano, anche l'e-commerce dovrebbe salire, fino a raggiungere il mezzo miliardo di dollari, contro i 140 milioni di oggi.
Per raggiungere i suoi obiettivi, il gruppo investirà circa 300 milioni di dollari all'anno (quasi 294 milioni di euro), più della metà dei quali (55%) nella rete di negozi, per realizzare aperture o ristrutturazioni. Gli investimenti saranno destinati anche alla tecnologia digitale (20%), all'integrazione omnicanale (20%) e ai siti produttivi europei (5%).
La priorità di Capri Holdings è quindi quella, secondo Tom Edwards, direttore finanziario e operativo del gruppo, di investire nella società, ma anche di remunerare gli azionisti e di rimborsare i debiti. Senza dimenticare, certamente, la potenziale acquisizione.
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