Adnkronos
28 apr 2020
Capasa (Camera Moda): “A rischio il 30% di fatturato e PMI”
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28 apr 2020
Il settore della moda "rischia di perdere il 30% del fatturato e il 30% delle piccole e medie imprese". È l'allarme lanciato da Carlo Capasa, presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana, durante un'audizione alle commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera sul Decreto 'Liquidità' (o 'Imprese', ndr).
Capasa ha illustrato ai parlamentari un documento con le richieste della moda, un settore che occupa 600mila lavoratori nell'industria ma, se si comprende anche il commercio e il terziario, si arriva a 2 milioni di persone.
"Siamo in netto ritardo con le riaperture graduali”, ha detto, “per la ripartenza comunque la prima cosa è la sicurezza ma”, ha sottolineato, “vanno sostenute le piccole e medie imprese anche con aiuti concreti, con un fondo perduto come ha fatto la Germania".
La chiusura delle attività del settore della moda può determinare lo spostamento delle produzioni all'estero. "I Francesi”, spiega, “sono molto preoccupati di quello che sta succedendo in Italia perché producono qui il 41% dei loro brand".
Altra priorità per Capasa è il reshoring ovvero "cercare di riportare il lavoro in Italia in quelle aree dove c'è molta disoccupazione dando aiuti per almeno 5 anni sul costo del lavoro". "Se si mettono in campo misure per favorire il rientro di produzioni in Italia di aziende italiane, il nostro settore può creare 300mila posti di lavoro in 3-4 anni".
Per quanto riguarda l'accesso al credito, il presidente chiede di portare il tetto dei finanziamenti da 25mila a 100mila euro per questa filiera e procedure più veloci da costruire con ABI. "Si sta perdendo molto tempo e non si riescono a ottenere i fondi necessari", ha spiegato.
Inoltre, per Capasa "ci vuole uno sforzo per sostenere i costi di comunicazioni dei marchi della moda per non perdere ulteriori quote significative di mercato e quindi va esteso il regime di 'patent box'. Bisogna anche per il rilancio innalzare le percentuali di credito d'imposta per le attività di design, ricerca e sviluppo.
Tra le altre richieste l'eliminazione per le imprese italiane dell'IVA per l'acquisto delle mascherine e la detrazione dell'IVA sulle donazioni, erogazioni liberali. E ancora a livello fiscale le imprese della moda chiedono di aumentare il credito imposta sugli affitti e di minimizzare costi fortissimi sul retail. Infine lo slittamento dei termini fiscali e riduzioni aliquote, a cominciare dall'IMU.
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