6 feb 2020
Canepa, verso l’omologa del Tribunale, punta a un fatturato profittevole
6 feb 2020
Scatta il conto alla rovescia per Canepa che si prepara a voltare pagina dopo un’odissea durata oltre un anno. Protagonista dell’operazione Michele Canapa, giunto al capezzale dell’azienda di famiglia a metà 2019 per risollevarne le sorti in seguito all’uscita del fondo di private equity DeA Capital.
A fine gennaio, “il commissario ha consegnato la relazione al giudice con l’approvazione per l’omologa, su cui si esprimerà il Tribunale di Como il prossimo 10 febbraio”, spiega il presidente Michele Canapa a FashionNetwork.com. L’azienda, ammessa al concordato in continuità, aveva ottenuto lo scorso dicembre l’ok al piano di ristrutturazione del debito dalla maggioranza dei creditori.
Il 10 febbraio sarà una data spartiacque. “L’omologa abbatterà una certa quantità di debito verso i creditori chirografari e ci impegna a pagare il 100% dei fornitori privilegiati entro fine 2020 per un esborso di svariati milioni. La quota dei chirografari sarà versata nei prossimi 4 anni”, prosegue Canepa.
Alla base del rilancio c'è l’intervento della neo-proprietà, che vede Michele Canepa al 96% del capitale. Dopo il passo indietro del fondo, l’ingresso dell’imprenditore ha evitato la vendita di rami d’azienda e scongiurato il rischio frazionamento dello storico nome del distretto comasco.
Canepa ha registrato una brusca contrazione del fatturato dagli oltre 80 milioni del 2017 ai 40 stimati per il 2019. D’ora in avanti, “l’obiettivo è realizzare un fatturato profittevole”, sottolinea il presidente che aggiunge, “meglio un’azienda contenuta ai grandi numeri”.
Razionalizzazione e maggiore controllo sul processo produttivo i punti fermi del programma di Michele Canepa. “Traslochiamo la sala tessitura nel fabbricato che già ospita gli altre due reparti. Nello spazio ricavato verrà spostata la merce ora depositata in un sito a 3 km da Fermo della Battaglia. Fra 6 mesi i centri di spedizione passeranno da 3 a 1”, elenca il presidente.
Nonostante i tagli, Canepa impiega oggi circa 500 dipendenti (tra Lombardia e Puglia) ed esporta il 60/65% del suo fatturato. Nelle mire del gruppo c’è il mercato africano, a cui è stata dedicata per la prima volta una collezione “molto colorata, lucida, dal tatto duro, traspirante e sanificante”. Alla base del progetto c’è la volontà di “recuperare volumi, soprattutto per risollevare la fabbrica salentina”, conclude Michele Canepa.
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