9 apr 2019
Canepa torna in mano alla famiglia fondatrice
9 apr 2019
Canepa volta pagina con il ritorno di Michele Canepa, figlio dei fondatori della storica azienda serica. L’imprenditore – tramite la sua società immobiliare Taroni RE – ha rilevato le quote del gruppo comasco detenute dall’azionista di maggioranza Immobiliare Seta, società di IDeA CCR, il fondo del Gruppo De Agostini che a giugno 2018 acquisì il controllo di Canepa.
Scampato il rischio “frazionamento”. L’ingresso di Michele Canepa, nominato anche amministratore delegato, garantisce infatti la continuità dell’intero gruppo, evitando cessioni di singoli rami d’azienda o liquidazioni, precisa la società in una nota. Nell’azionariato di Canepa entra anche il socio della Taroni RE, Maurizio Ceriani, con una quota di minoranza.
Esce di scena, invece, dopo meno di un anno, IDeA CCR II, che dopo il suo ingresso aveva lasciato alla famiglia Canepa-Saibene (rappresentata dall’altra figlia dei fondatori, Elisabetta Canepa) una partecipazione minoritaria pari al 33% del capitale.
Il fondo aveva prospettato un piano di rilancio che mirava a consolidare la presenza del gruppo all’estero, attraverso l’attivazione di nuovi servizi, l’ampiamento del portafoglio clienti e investimenti in tecnologia e sostenibilità.
Ma nel processo di ristrutturazione disegnato da IDeA CCR II rientravano anche 129 esuberi, poi ridotti a 105 e scongiurati grazie all’attivazione della cassa integrazione straordinaria.
Il fondo, preso atto delle difficoltà nella gestione della fase di transizione, ha optato quindi per il disinvestimento, passando la palla al tribunale di Como – che lo scorso dicembre ha ammesso Canepa al concordato in bianco – nell’attesa che si palesasse un’offerta valida per il suo acquisto.
Canepa, cha ha chiuso il 2017 a 90 milioni di euro di fatturato (dai 107 milioni del 2015), impiega circa 700 dipendenti, la maggior parte dei quali nei due insediamenti industriali di San Fermo della Battaglia (CO) e Melpignano (LE).
Intanto sale l’attesa per la decisione del tribunale, che entro il prossimo giugno (al termine dei 120 giorni concessi) dovrebbe esprimersi sul piano di rilancio proposto.
Si apre così un nuovo corso per il gruppo lariano sotto la guida di Michele Canepa, uscito dall’azienda di famiglia alla fine degli anni ’90 per rilevare una delle più antiche tessiture di Como, la Taroni, attiva da fine Ottocento nel settore della seta pura, con una clientela haute couture e un prodotto totalmente legato al mondo della moda donna.
“La Taroni SpA non ha – tuttavia – alcun coinvolgimento in quest’operazione finanziaria”, ha commentato il neoamministratore delegato. “E con Maurizio Ceriani, che è stato mio manager in una delle aziende prima di lasciare il Gruppo Canepa, vogliamo lavorare per riportare il gruppo al prestigio degli anni passati, rafforzando l’offerta di prodotti di alta qualità”.
Fondata nel 1967 dai coniugi Canepa, l’omonima manifattura affonda le sue radici nel mondo della seta, ma nel tempo ha ampliato la produzione anche ad altre fibre naturali, come cashmere, lana, cotone, lino e canapa, e vanta oggi un selezionato portafoglio clienti composto da oltre 150 griffe internazionali di moda e lusso.
Esempio e campione di sostenibilità, l’azienda comasca ha rivoluzionato il comparto con il brevetto SaveTheWater-Kitotex, che permette una significativa riduzione dell’impatto ambientale dei processi produttivi.
Canepa presidia il segmento moda anche con marchi di proprietà (Fiorio, laRana, Gallieni, Tino Cosma e il nuovo arrivato Carlotta Canepa), che nel 2017 hanno generato 5 milioni di euro di vendite.
Un gruppo che ha segnato la storia dell’industria tessile nazionale, facendo leva su tradizione e radicamento territoriale. Ed è ripartendo da qui che si appresta a scrivere un nuovo capitolo della sua storia.
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