AFP
Gianluca Bolelli
27 lug 2022
Camaïeu è insolvente, e chiede l’amministrazione controllata
AFP
Gianluca Bolelli
27 lug 2022
Il marchio di abbigliamento di Roubaix Camaïeu lunedì si è dichiarato “insolvente” e ha chiesto di essere posto in amministrazione controllata, si è appreso dalla direzione del tribunale del commercio. Il tutto avviene a quasi due anni dall'acquisizione del brand da parte della Financière Immobilière Bordelaise.
Il colosso francese del prêt-à-porter femminile “ha chiesto l'apertura della procedura di amministrazione controllata con un piano di prosecuzione [dell’attività] presso il tribunale commerciale di Lille”, e la sua situazione sarà esaminata nel corso dell'udienza di lunedì pomeriggio, ha indicato la direzione di Camaïeu in una nota all’agenzia AFP.
“La richiesta di Camaïeu è motivata da un'accelerazione delle difficoltà dell'azienda e più in particolare dalle conseguenze” di una sentenza della Corte di Cassazione francese, del 30 giugno, che “non autorizza ai commercianti di abbassare gli affitti durante la fase Covid”, ha spiegato la dirigenza.
“L'obiettivo principale della richiesta di Camaïeu è preservare la durata nel tempo dell'azienda”, ha affermato.
Interpellato in precedenza dall'AFP, il presidente del tribunale di commercio di Lille ha confermato di aver ricevuto lunedì mattina una dichiarazione di “cessazione dei pagamenti” da parte della società di gestione Aciam (che appartiene alla FIB).
Secondo una fonte a conoscenza della materia, tale richiesta è stata avanzata “stante le problematiche che di questi tempi sta attraversando il retail e la difficoltà dell'acquisizione di Camaïeu” che sta incontrando “ostacoli nel pagare i locatori”.
A fine giugno, il quotidiano Le Monde aveva riferito le preoccupazioni dei sindacati di Camaïeu, secondo cui l'azienda non pagava più gli affitti di quasi la metà dei negozi che gestisce in Francia.
“Da mesi il sindacato CGT si attiva per denunciare la strategia del management e del socio sulla scelta di non pagare più i locatori (diverse centinaia di procedure). Ora però la Cassazione si è pronunciata, le aziende dovranno pagare”, ha denunciato lunedì il delegato della sigla sindacale CGT Thierry Siwik, in un comunicato inviato alla stampa.
Nell'agosto 2020 la FIB aveva rilevato 511 dei 634 negozi Camaïeu in Francia e circa 2.600 dipendenti su oltre 3.100, avviando un importante piano di trasformazione e un “lavoro di fondo sul marchio e sull'offerta”.
La nuova direzione si è data due anni per riportare l'azienda in equilibrio, con l'obiettivo di riconquistare nel 2023 il fatturato del 2019: 570 milioni di euro.
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