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1 set 2014
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Calzaturiero: cala produzione nel 2014, anche per l'export

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Ansa
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1 set 2014

Calzaturiero sospeso tra i recuperi evidenziati nella seconda parte del 2013 e una produzione tornata in negativo nei primi sei mesi di quest'anno. Ma la novità è il trend del mercato estero che, a differenza del recente passato, fa pesare in negativo la congiuntura economica del primo semestre 2014.

"Soffiano venti negativi anche sui mercati esteri e siamo preoccupati per il secondo semestre dell'anno", afferma Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici nella tradizionale nota congiunturale che l'associazione diffonde alla vigilia dell'apertura di TheMicam, salone internazionale delle calzature in programma da domenica 31 agosto fino al 3 settembre alla Fiera di Milano a Rho. L'Ufficio Studi di Assocalzaturifici spiega che la produzione nel primo semestre 2014 torna a contrarsi in volume, seppure con un debole aumento in valore.

Si tratta dell'effetto di due fattori che sono andati peggiorando negli ultimi mesi: da un lato il mercato interno, che è ormai letteralmente evaporato, e poi i mercati esteri, penalizzati da una valuta eccessivamente forte che indebolisce gli scambi. "Per un settore come il calzaturiero, che esporta l'85% della produzione, un incremento del cambio di oltre il 5% è una perdita di competitività non ammortizzabile con altri fattori - spiega Sagripanti -. Dobbiamo tornare ad un cambio equo, che possiamo fissare intorno all'1,18 contro dollaro, ovvero circa il 13% in meno rispetto ai valori attuali, un elemento essenziale per garantire alle imprese del made in Italy la possibilità di continuare ad essere presenti da protagoniste sui mercati esteri".

La novità negativa è rappresentata soprattutto dal rallentamento sui mercati extra-UE, traino del settore negli anni recenti: le difficoltà economiche in Russia e la seria crisi con l'Ucraina hanno ridotto gli ordinativi dai mercati della Comunità Stati Indipendenti con percentuali a doppia cifra: con la Russia che registra -15,5%, l'Ucraina -17% e il Kazakistan -14,6%.

Soprattutto i distretti marchigiani, più esposti nei confronti di questo mercato - prevede il centro studi di Assocalzaturifici - potrebbero subire il pieno contraccolpo della crisi nel secondo semestre anche perché il pessimo andamento dell'area russa non è peraltro compensato da quello, decisamente positivo, di altre aree come gli Stati Uniti, che pure recuperano interesse per le calzature italiane.

E, se le esportazioni danno segnali altalenanti, il mercato interno dà un unico segnale da diverse stagioni: crisi e contrazione della domanda con sconti, svendite e saldi che mantengono un peso superiore al 50% sulle vendite complessive. "Il nodo critico della situazione - ha concluso Sagripanti è quindi riuscire ad invertire la rotta con politiche mirate in grado di rilanciare occupazione e consumi".

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