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Pubblicato il
11 feb 2016
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Calzature: Clarks e Puma fanno condannare l’anti-dumping europeo

Pubblicato il
11 feb 2016

La Corte Europea di Giustizia si è pronunciata. Istituendo dei dazi anti-dumping sulle calzature in pelle provenienti da Cina e Vietnam, l’U.E. Non avrebbe rispettato le regole di valutazione dei prezzi dei prodotti normalmente applicate alle produzioni extraeuropee. I gruppi Clarks e Puma chiedono un risarcimento.


Da ottobre 2006, l’U.E. impone una tassa anti-dumping del 16,5% sulle importazioni di calzature cinesi, e del 10% nel caso di produzioni vietnamite. Tassa normalmente calcolata sul normale prezzo di vendita applicato nella nazione esportatrice. Al di fuori dell'Europa non riuscirebbe a giustificare il suo calcolo in questo campo.

Inoltre, il diritto commerciale permette ad alcuni attori di chiedere un'indagine specifica. Essa permette di ottenere una tassazione calcolata sui propri prezzi di vendita, e non sulla media nazionale dei Paesi di produzione. E l’Unione Europea non avrebbe dato seguito alle sollecitazioni di trattamenti individuali.

Clarks pretende di avere 60 milioni di euro dall'Unione Europea per le tasse imposte tra il 1° luglio 2007 e il 21 agosto 2010. Puma chiede invece circa 5,1 milioni di euro. In un primo tempo, le richieste dei due marchi erano state respinte dalle autorità finanziarie britanniche e tedesche. Dopo questa sentenza della Corte europea, tocca adesso a queste ultime pronunciarsi sui risarcimenti richiesti.

Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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