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29 lug 2014
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Calzature: calano le vendite nel 1° quadrimestre 2014

Pubblicato il
29 lug 2014

Non si registra nessun segno di ripresa in questo inizio di 2014 per il settore delle calzature in Italia, Paese che rappresenta il 3° mercato di sbocco più importante in volume per i calzaturifici italiani, dopo Francia e Germania, con circa 30 milioni di paia. Questo il quadro negativo constatato da Assocalzaturifici, secondo uno studio realizzato dal Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca.


Seguendo la scia del calo dei consumi nel Belpaese, gli acquisti di calzature sono scesi nei primi 4 mesi 2014 nel mercato domestico del 2,8% in quantità e del 5,4% in spesa, con prezzi medi in ribasso del 2,6%, indica l’associazione dei produttori di calzature. Ad accentuare questa situazione negativa l’aumento delle svendite e promozioni, che già nel 2013 avevano rappresentato oltre la metà delle vendite totali annue in volume e in valore.

L’unico segmento che si salva è quello delle scarpe “sportive e sneaker” con un lieve incremento degli acquisti dell’1,2% in quantità, a fronte però di un calo dell’1,8% in valore. Sono in forte calo invece il segmento “bambini/ragazzi” (-8,2% in volume e -13,2% in spesa) e le calzature da donna (-5,7% e -7,2%).

“Il 2013 è stato, per il mercato domestico, un anno di grande sofferenza con un calo complessivo del 5,8% sul 2012, scendendo a 6,9 miliardi di euro”, ricorda Assocalzaturifici. Da 185,2 milioni di paia di scarpe acquistati nel 2000 si è passati a 162,6 milioni nel 2013. “Depurando dall’inflazione intervenuta nel decennio, la flessione in valore tra 2000 e 2013 risulta superiore al 20%”, sottolinea ancora l’associazione.

Il canale di vendita che si è rilevato maggiormente in difficoltà e quello del dettaglio indipendente multimarca con flessioni attorno al 15% in quantità, e tra il 15% e il 20% a valore rispetto al 2012, mentre l’e-commerce ha registrato incrementi tendenziali attorno al 55%, che però rappresentano ancora solo il 3,6% sul totale spesa contro il 2,2% nel 2012. I negozi specializzati restano, assieme alle catene di negozi, il principale canale di vendita nazionale, con oltre 2 miliardi di euro, pari al 29% del totale della spesa.

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