Calo inatteso del reddito imponibile da H&M nel quarto trimestre
H&M ha annunciato giovedì un inatteso calo del suo reddito imponibile nel quarto trimestre del proprio esercizio fiscale scalato, in ragione dei costi legati all’ammodernamento della sua catena logistica, pur mantenendo il versamento del suo dividendo annuale.

Il reddito imponibile del periodo settembre-novembre del numero due mondiale del settore è calato a 4,35 miliardi di corone svedesi (419 milioni di euro), contro i 4,87 miliardi di corone di un anno fa. Gli analisti interpellati da Reuters prevedevano un aumento dei ricavi a 5,09 miliardi di corone.
Il fatturato annuale è arrivato a 210,4 miliardi di corone svedesi, pari a 20,288 miliardi di euro, in crescita del 5%, o del 3% in valute locali.
H&M propone un dividendo invariato di 9,75 corone per azione per il 2018. Diversi analisti avevano previsto un calo, con il consensus che lo collocava in media a 8,95 corone.
Ma soprattutto Hennes & Mauritz non riesce più ad ottenere quel livello di progressione dei suoi anni migliori, in cui metteva a segno crescite del 10% ogni anno. Ecco una panoramica delle sue vendite nel mondo.
Sul suo mercato più importante, la Germania (dove possiede 468 negozi), il gigante della distribuzione moda ha visto scendere le vendite dell’1% in valute locali nel corso del periodo dal 1° dicembre 2017 al 30 novembre 2018, a 32,36 miliardi di corone svedesi, pari a 3,12 miliardi di euro.
In Francia, dove l’azienda possiede 237 negozi (avendo aperto 9 punti vendita e chiuso 12 unità nel 2018), le vendite sono scese del 6% l’anno scorso, raggiungendo gli 11,31 miliardi di corone (1,09 miliardi di euro). Stessa contrazione registrata dal gruppo svedese negli USA, dove il suo fattruato è stato di 24,79 miliardi di corone (2,39 miliardi di euro). Un Paese – che costituisce il suo secondo mercato – nel quale ha comunque inaugurato 54 negozi lo scorso anno, contro sole 12 chiusure.
Cali per il gruppo H&M anche in Svizzera (-7%), Italia (-4%) e Belgio (-3%). In compenso l’attività del gruppo svedese è rimasta sostenuta nel Regno Unito (304 boutique), dove le sue vendite sono aumentate del 5% nel 2018 (13,76 miliardi di corone) e dove sono state effettuate 25 aperture e 13 chiusure. Oltremanica è il business online che permette al gruppo di essere in buona salute (+38% delle vendite sul Web nel 4° trimestre). Anche in Spagna (mercato da 172 punti vendita per il gruppo) H&M ha saputo resistere, poiché il suo fatturato vi ha raggiunto i 7,37 miliardi di corone, pari a 711 milioni di euro, per un aumento del 2%.

Il proprietario dei marchi H&M, Cos, Monki, & Others Stories, Arket, Weekday e Afound genera crescita anche in Asia e sui sui nuovi mercati. Prima di tutto in Cina – suo quarto sbocco in assoluto – dove il giro d’affari del gruppo è aumentato del 10% nel 2018, varcando la soglia dei 10 miliardi di corone (1 miliardo di euro). Nel quarto trimestre, l’incremento è persino stato più marcato, con un +24% dell’attività cinese. Un Paese ampio, nel quale si trovano 530 negozi, 38 inaugurati l’anno scorso. In Giappone la progressione è stata dell’1%.
Anche la Russia si manifesta come un driver di crescita sicuro per l'azienda scandinava: la sua attività russa è cresciuta del 23% nel 2018 (5,73 miliardi di corone, pari a 553 milioni di euro). Un Paese in cui si trovano 139 punti vendita (+5 l’anno scorso).
Infine, in Messico, nazione nella quale è presente dal 2012, si registra un bell’incremento, del 45%, a 2,854 miliardi di corone (275 milioni di euro).
Continuando a penetrare in nuovi mercati per mantenere la crescita, il gruppo pianifica per l’anno in corso l’arrivo di H&M in Bosnia-Erzegovina, in Bielorussia e in Tunisia. Dei siti e-commerce saranno pubblicati online in Messico e in Egitto.
Con Reuters
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