Cacharel punta sui millennials e rinasce sul Web
Il marchio lanciato nel 1958 dal francese Jean Bousquet testa una nuova formula. Negli ultimi anni, Cacharel ha cambiato a più riprese strategia, dirigenti e stilisti. Per questa nuova svolta, il marchio ha rivisto il metodo di distribuzione, l’offerta e la direzione artistica nell’intento di rivolgersi a un pubblico più giovane.

“Oggi il mercato si è trasformato completamente. Per i consumatori, l’offerta nei negozi non è interessante, preferiscono comprare su Internet a un prezzo meno elevato”, spiega Jean Bousquet a FashionNetwork.com. La griffe, che possedeva sei negozi, aperti nel 2016, li ha chiusi tutti l’anno scorso nell’intento di concentrarsi unicamente sulle vendite online, e il marchio ha anche contestualmente interrotto le vendite all'ingrosso.
“Negli ultimi anni, la nostra clientela aveva più di 40 anni. Volevamo piacere a dei consumatori più giovani, ai millennials. Per riuscirci, dovevamo cambiare l’offerta del marchio e abbassare i prezzi. La vendita online ci consente di dimezzare i nostri prezzi”, prosegue il dirigente.
Cacharel ha lanciato il proprio e-shop nel 2017, ma questo realizzava una quota marginale del giro d’affari della griffe. Quindi è stato interamente rivisto dall’agenzia Mad (che ha lavorato in particolare per Roseanna, Ba&Sh, Eleven Paris o Modetrotter) per rilanciarlo ad inizio 2019. Il logo, ora più arioso, è stato rivisitato dallo studio grafico Des Signes. L'attuale identità visiva vuole essere fresca e leggera, come le collezioni del brand.
Al design è arrivato lo stilista Pascal Mille, che ne ha preso le redini lo scorso settembre, a seguito della sospensione dell’attività del suo marchio personale. Questi ha lavorato alla prima capsule per ragazza e ragazzo (appellativi preferiti a donna e uomo, prova della volontà di ringiovanimento del marchio), svelata il 14 febbraio. Un centinaio di pezzi che si intersecano da un guardaroba all'altro con giochi di stampe da trovare sugli accessori, le gonne, i pantaloni, i marsupi, e le camicie, capi venduti fra i 60 e i 290 euro. Cacharel prevede di proporre in tutto cinque collezioni all’anno. L’estate uscirà in maggio, l’autunno in luglio, l’inverno in settembre e una collezione più ristretta per le feste sarà proposta in novembre.

Per la produzione e i materiali, Cacharel può contare su alcuni dei suoi partner storici, situati soprattutto in Europa dell’Est, ma lavora anche con l’Italia o il Portogallo. In materia di creazione, la griffe pone l’accento sui dettagli e va molto fiera dell'alta qualità dei suoi vestiti, venduti a prezzi che giudica molto attraenti.
Con un numero di licenze ridotto (essenzialmente al profumo, con L’Oréal, che realizza il 75% del fatturato dell’etichetta Cacharel), la griffe sta già pensando a declinare il suo stile in altri segmenti di prodotto. Come per esempio il kidswear, che il marchio francese ha già proposto in passato.
Per i prossimi mesi, Cacharel sta riflettendo sui temi principali che interessano ai Millennials. Le venti persone che ora costituiscono il team ristretto del marchio hanno, tra le altre cose, identificato la responsabilità ecologica. Per le prossime stagioni, pensano a rifornirsi di sughero per fare i bottoni dei vestiti e sono alla ricerca del packaging migliore in carta di riso.
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