21 nov 2012
Cacharel: nuovo DG e piano strategico
21 nov 2012
Il fondatore e presidente di Cacharel, Jean Bousquet, ha svelato martedì mattina le nuove direttrici della strategia di sviluppo del marchio nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede di Parigi. Bousquet ha anche ufficializzato l'arrivo del nuovo Direttore Generale, Richard Alibert (ex Bonpoint e Céline), al lavoro dal 1° novembre. Richard Alibert rileva Pascal d'Halluin, che ha lasciato la società al termine del suo periodo di di prova poche settimane fa. La missione di Richard Alibert ha una sostanziale priorità: ridare smalto a Cacharel sul mercato francese, proponendone l'offerta a un prezzo dal 30 al 40% inferiore a quello delle collezioni attuali. "Un abito a 1.000 euro, non è da Cacharel", valuta Jean Bousquet, che vuole portare gli stessi vestiti a prezzi fra i 250 e i 350 euro. Il marchio va quindi a posizionarsi su un segmento di prezzo contemporaneo, come hanno fatto in queste ultime stagioni altri grandi brand transalpini, come Carven o Kenzo. "Un marchio come Cacharel non si rifiuta", ha dichiarato poi Richard Alibert in conferenza stampa. Lui che è stato vicedirettore generale di 1.2.3. (Gruppo Etam), e in precedenza DG di Bonpoint, DG Europa di Céline e DG internazionale di Stéphane Kélian.
L'attività commerciale ripresa al proprio interno
Gli accordi di licenza siglati nel 2009 nell'ultimo piano strategico della maison in crisi finanziaria non saranno rinnovati. La casa di moda aveva dovuto chiudere la sua unica boutique parigina ed esternalizzare per poter mantenere i posti di lavoro della società, che oggi conta 30 dipendenti. A partire dall'autunno-inverno 2012/2013, le collezioni di prêt-à-porter donna, uomo e bambino saranno gestite dall'interno, da un nuovo team commerciale. Tutte e tre saranno svelate a partire da gennaio 2013 nello showroom parigino di Cacharel. Sono in previsione fino a 7 altri showroom esteri, uno dei quali è già confermato a Tokyo. Il nuovo Cacharel proporrà un guardaroba semplificato, che risponderà a una "reale richiesta del mercato e sarà coerente con lo spirito di Cacharel". Tre studi creativi supervisioneranno rispettivamente la linea donna (guidata dal duo Ling Liu e Dawei Sun, in carica dal 2011), il menswear, col suo grande ritorno, e la collezione bambino. Quest'ultima sarà presentata ai buyer al prossimo Pitti Bimbo, mentre un corner kidswear aprirà da gennaio ai Printemps Haussmann, con la collezione-test lanciata per la primavera-estate 2013.
La Francia come priorità
Le etichette dei prodotti perderanno il sottotitolo "Paris" e i nuovi partner saranno responsabili solo della produzione e della consegna delle collezioni. Se saranno tutti francesi, questi fornitori confezioneranno i prodotti "in Portogallo, in Nordafrica, in Europa dell'Est", dicono Jean Bousquet e Richard Alibert a titolo di esempio. Il marchio francese ottiene oggi il 70% del suo fatturato dai mercati internazionali. A livello di settori di prodotto, invece, il 70% del fatturato è generato dalla sua licenza profumi con L’Oréal. Il dato di fatturato di Cacharel di fine 2011 è stato di soli 6,5 milioni di euro, mentre al 30 settembre scorso il fatturato era arrivato a 3,9 milioni di euro, dopo aver realizzato 1,97 milioni nel 1° semestre. Come annunciato qualche giorno fa dalle rispettive sedi, l’accordo di produzione e distribuzione che legava Cacharel al gruppo italiano Aeffe (a cui fanno capo i marchi Alberta Ferretti, Philosophy, Moschino, Pollini, Charlier, Velmar e Ungaro) termina con la collezione runway primavera-estate 2013. Le collezioni d'ora in avanti saranno prodotte da fornitori francesi, insiste Jean Bousquet, senza però rivelare la loro identità. Il patron mette la Francia al primo posto come priorità assoluta, perché secondo lui è proprio nella nazione transalpina che la richiesta di un ritorno di Cacharel è molto forte. L’Asia, i mercati emergenti, gli Stati Uniti? Questi canali di sviluppo saranno studiati e valutati solo in un secondo momento, dice moderando i facili entusiasmi il presidente della maison.
Del prêt-à-porter più che del lusso
"La partnership con Aeffe non ha generato straordinari risultati commerciali", ammette Jean Bousquet, riscontrando una certa deriva della maison verso un lusso che non le era caratteristico e non riusciva a rappresentarla. "Non abbiamo mai veramente ritrovato l'osmosi del marchio Cacharel degli inizi", aggiunge a proposito delle varie assunzioni di direttori artistici. Sui giovani stilisti che ha reclutato nel corso delle stagioni dice: "I giovani designer pensano troppo con una logica défilé". Lui ora pensa più in stile prêt-à-porter, ma continuerà tuttavia a far sfilare Cacharel durante le settimane della moda parigine. In caso di successo, potrebbe aprire un flagship a Parigi nel 2014. Oggi, in Francia la collezione womenswear di Cacharel autunno-inverno 2012-2013 è distribuita in un solo punto vendita, il sito L’Exception.
Florent Gilles (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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