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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
19 mar 2020
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CEO e stilisti francesi della moda lodano Macron per il blocco della Francia e chiedono solidarietà

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
19 mar 2020

Per i Chief Executive e gli stilisti parigini, Emmanuel Macron ha preso le decisioni giuste questa settimana per combattere la diffusione del coronavirus, anche se il settore si prepara ad un disastroso secondo trimestre.

Il presidente francese Emmanuel Macron - © France TV


Con un decreto presidenziale, Emmanuel Macron ha ordinato il confinamento in casa di quasi tutta la popolazione francese da martedì a mezzogiorno. “Siamo in guerra”, ha dichiarato a più riprese nel suo discorso trasmesso lunedì sera dall’Eliseo.
 
Sabato sera, l’Esagono aveva già chiuso tutti i suoi bar, ristoranti e negozi non essenziali; asili nido, scuole e università sono chiusi da lunedì mattina. Lo stesso giorno, tutti i parchi e giardini di Parigi sono stati serrati, mentre le forze dell’ordine si sono recate a Parigi per far rispettare con discrezione quello che sembra un vero coprifuoco.

“Il presidente Macron ha fatto un discorso eccellente. Ho particolarmente apprezzato il fatto che ci abbia ricordato che faranno tutto il necessario per contenere l'epidemia, costi quel che costi. È stato molto umano nel suo approccio. Sono orgoglioso di avere un presidente del genere”, confessa Ralph Toledano, il presidente della Fédération de la Haute Couture et de la Mode, l'organo direttivo della moda francese.
 
Questi, che presiede anche il marchio Victoria Beckham, guarda oltre: secondo lui, i marchi dovranno essere pronti a registrare un aumento spettacolare dei loro business alla fine della crisi.
 
I grandi gruppi — Kering e LVMH in particolare — hanno chiuso gran parte dei negozi dei loro marchi e stanno assistendo a un aumento delle loro attività nell’e-commerce. “Non sono convinto che le vendite online stiano vivendo un boom davvero tangibile. Secondo me, fondamentalmente, le persone non sono dell'umore giusto per acquistare una nuova borsa”, riconosce Ralph Toledano, che sta lavorando da casa sua a Neuilly, nella periferia occidentale di Parigi.
 
Ma per lui, la moda e il lusso potrebbero sperimentare un fortissimo rilancio dell'attività nell'ultimo trimestre del 2020. “Se la situazione migliora dopo l'estate, la gente vorrà godersi la vita. È un dilemma con il quale i leader dei marchi di moda devono confrontarsi in questo momento, perché le persone stanno riducendo i loro ordini per l'inverno, che potrebbero finire per rimpiangere. Dopo un forte calo delle vendite, potremmo registrare un rapido aumento in autunno”, ha detto.

Ralph Toledano - Puig


Due grandi case di moda parigine — Christian Dior e Chanel — hanno annullato le sfilate delle loro Cruise Collection, entramebte previste in Italia in maggio, rispettivamente a Lecce il 7 e a Capri il 9. Un portavoce del gruppo LVMH, che controlla Christian Dior, non ha voluto commentare le “decisioni del governo”, ma ha precisato che “la nostra priorità è proteggere i nostri dipendenti, le loro famiglie e i nostri clienti”.
 
Tutte le boutique LVMH in Francia sono state chiuse fino a nuovo ordine, ad eccezione dell’elegantissima “Grande Epicerie” (il grande negozio di alimentari, ndr.) del Bon Marché, a Saint-Germain-des-Prés. I suoi due negozi di alimentari “Rive Droite” e “Rive Gauche” resteranno aperti. Tutti i negozi di alimentari e le panetterie sono autorizzati a rimanere operativi, così come farmacie, banche, uffici postali e edicole.

LVMH imposterà delle nuove “regole di accesso al lavoro a tempo parziale, di retribuzione, di gestione delle assenze per malattia — adattate a questa situazione senza precedenti, nonché alle specificità di ciascun Paese, conformemente alle normative applicabili e alle misure eccezionali che potrebbero essere adottate dalle autorità nazionali”.
 
Prima conseguenza, il lavoro a domicilio è diventato generalizzato per i dipendenti degli uffici LVMH in Francia, in particolare quelli della sede in avenue Montaigne, ad eccezione dei suoi servizi essenziali.
 
Inoltre, il presidente e azionista di maggioranza del gruppo, Bernard Arnault, ha incaricato la divisione Profumi & Cosmetici di adattare i suoi siti produttivi per produrre non più dei profumi, ma del gel idroalcolico da fornire alle autorità sanitarie pubbliche.
 
Le prime consegne di gel idroalcolico realizzato da Parfums Christian Dior, Guerlain e Parfums Givenchy sono partite lunedì, consegnato gratuitamente alle autorità sanitarie francesi e in via prioritaria all’Assistance Publique - Hôpitaux de Paris.
 
Dall'altra parte della capitale, il quartier generale di Kering sulla riva sinistra della Senna è praticamente chiuso.
 
“Kering e le sue maison prendono tutte le misure necessarie per proteggere la salute e la sicurezza dei propri dipendenti, implementando forme di lavoro alternative e flessibili, come il telelavoro, e seguendo rigorosamente le direttive delle rispettive autorità nazionali di ciascun Paese in cui operano”, dichiara il gruppo Kering, che controlla Saint Laurent e Balenciaga a Parigi, Alexander McQueen a Londra e Gucci e Bottega Veneta a Milano - in Italia, la nazione più colpita dall'epidemia al di fuori della Cina. Gucci ha anche cancellato la sua sfilata Cruise, che doveva svolgersi a San Francisco.
 
A livello internazionale, numerose Fashion Weeks — a San Paolo, Mosca, Shanghai, Pechino e Sydney — sono state annullate, così come il Festival di Hyères, in Francia, rinviato al prossimo autunno.
 
“A mio avviso, il presidente Macron ha preso la decisione giusta. Trovo difficile capire che alcune persone se ne lamentino. Tali misure sono state adottate in modo trasparente e sulla base di criteri scientifici”, insiste Jean-Pierre Blanc, il fondatore del Festival Internazionale di Moda e Fotografia di Hyères.
 
Molte giovani case di moda parigine — tra le quali Olivier Theyskens, Ami o Sézane — hanno espresso il loro sostegno per le severe misure ordinate dal governo, prima di appellarsi alla solidarietà di tutti durante questo periodo particolarmente difficile per la Francia e il resto del mondo.
 
“Sono assolutamente d'accordo! Nel tessuto sociale, spesso mettiamo da parte alcuni aspetti che è invece importante tenere a mente, in particolare la nostra vulnerabilità davanti alle leggi della natura, dai microbi e virus fino all’impatto di noi esseri umani su problemi di più vasta scala, come i cambiamenti climatici e l'inquinamento”, sottolinea Olivier Theyskens, uno dei designer più acclamati della capitale francese.

Olivier Theyskens - Thomas Deschamps


Theyskens ricorda anche che “nel nostro settore, la trasmissione del know-how tra generazioni è assolutamente vitale. È quindi fondamentale proteggere la nostra forza lavoro, specialmente nei laboratori sartoriali, e i nostri artigiani. Tra i nostri façonniers più preziosi, molti sono vulnerabili a causa della loro età”.
 
Lo stilista belga, il cui laboratorio si trova nel quartiere del Marais, ha fatto in modo che i suoi dipendenti possano lavorare da casa loro.
 
“Da un punto di vista creativo, non credo che mi influenzerà molto. Accetto volentieri di avere più tempo del solito per disegnare, riflettere, e guardare le cose che mi piacciono”, si rallegra Olivier Theyskens, che è appena stato nominato direttore creativo della maison Azzaro.
 
“Da Azzaro, siamo passati alle e-mail e alle conversazioni telefoniche e sto programmando delle riunioni su Skype con il mio team e i miei collaboratori. Vogliamo davvero raccogliere questa sfida, e superare senza difficoltà questo periodo in cui la creatività dovrà adattarsi, reinventarsi. Siamo aperti ed entusiasti e faremo in modo di poter far fronte a questa situazione”, ha detto.
 
Nel II arrondissement, Sézane, uno dei marchi di prêt-à-porter più seguiti del momento in Francia, ha rivelato che il 10% delle vendite online della sua nuova collezione sarà versato al fondo di sostegno di emergenza istituito per la fondazione di ospedali in Francia.
 
“In questo contesto senza precedenti, alcune attività come le nostre — certamente non vitali — possono essere messe in discussione. Tuttavia, preservare il lavoro, il morale e il futuro dei nostri dipendenti e delle centinaia di lavoratori dei nostri partner è una priorità ed un dovere”, afferma la fondatrice del marchio, Morgane Sézalory, in una e-mail indirizzata a tutti i suoi impiegati.
 
Anche altri giovani marchi hanno accolto con favore il discorso e le decisioni del presidente Macron.
 
“A nostro avviso, gli annunci del Presidente sono fondamentali per due motivi: proteggere la salute dei francesi e prevenire il collasso dell'economia francese”, stima da parte sua Nicolas Santi-Weil, il PDG di Ami.
 
“Tenuto conto della crisi sanitaria che si profila, era necessario un elettroshock in modo che tutti potessero fare il punto della situazione, e agire mentre c'era ancora tempo per fermare (o almeno frenare) la progressione dell’epidemia. Quindi comprendiamo queste misure di contenimento”, aggiunge.

Nicolas Santi-Weil - Foto: Luc Braquet - photo: Luc Braquet


Il giovane Presidente e Direttore Generale approva anche le dichiarazioni di Nicolas Dufourcq, il PDG di BPIfrance, la banca di investimento pubblica, che ha promesso di compiere ogni sforzo per sostenere le giovani imprese in questo periodo di crisi.
 
“Il rischio maggiore per i marchi è quello di rimanere intrappolati in una stretta: vedere chiudersi il rubinetto delle entrate (chiusura di negozi, corner e punti vendita) ma rimanere aperto quello delle spese (stipendi, fatture, affitti, rimborso dei prestiti garantiti agli azionisti e dei conti correnti, pagamento delle produzioni e altre fatture). Per noi e per molte altre società, è vitale che il nostro magazzino possa continuare a funzionare, perché l’e-commerce è la sola fonte di ricavi sulla quale possiamo contare in questo momento”, spiega Nicolas Santi-Weil.
 
Ami ha chiuso tutte le sue boutique in Francia, mettendo tutto il personale addetto alle vendite in cassa integrazione. Il resto dei suoi team lavora da casa, lontano dal quartier generale del marchio, situato nel IV arrondissement della capitale francese.
La casa di moda ha anche istituito un “comitato di continuità”, che si riunisce tutte le mattine alle 9:30, per mezzo di una piattaforma francese di videoconferenza chiamata Livestorm, progettata per ottimizzare il lavoro da remoto.
 
Inoltre, il giovane brand sta attualmente pensando a soluzioni che facilitino il lavoro del team creativo che circonda Alexandre Mattiussi — utilizzando Livestorm, rispettando scrupolosamente le istruzioni di sicurezza sanitaria o ruotando il personale per ricevere e sistemare prototipi e campioni.
 
Per motivi di coerenza, Ami ha già chiuso il suo flagship di Londra, su Duke Street, nel quartiere di Mayfair, prima che lo stesso governo britannico imponesse la chiusura dei negozi.
 
“Da parte mia, ho parlato molto con i manager di altri marchi o aziende per renderli partecipi delle nostre idee, delle nostre decisioni o della nostra organizzazione in un tempo di crisi. Ho vissuto a New York nei quattro anni che hanno seguito gli attentati dell’11 settembre 2001. So che cosa significano le parole aiuto reciproco e solidarietà. Cerco il più possibile di incoraggiare i dirigenti dei marchi francesi a condividere le loro conoscenze, a riflettere insieme. Insieme, siamo meno stupidi”, conclude Nicolas Santi-Weil.
 
Tre settimane fa, il presidente Emmanuel Macron aveva ufficialmente lanciato la stagione delle sfilate parigine in occsione di una cena che festeggiava l’innovazione al Palazzo dell’Eliseo. Il ricevimento si era svolto appena prima della brutale irruzione del Covid-19 in Europa, quando il numero delle vittime del virus in Francia si poteva ancora contare sulle dita di una mano, mentre in Italia sembrava che la situazione potesse essere ancora sotto controllo.
 
Oggi, con l'Europa epicentro della pandemia, l'Unione Europea e le federazioni della moda del Vecchio Continente stanno collaborndo strettamente, nonostante la graduale chiusura dei loro confini nazionali.
 
“Penso che il nostro Presidente abbia fatto un discorso importante. Ha seguito le raccomandazioni giuste, pochi dicono il contrario. Per me oggi la parola più importante è “solidarietà”. Sia con i nostri concittadini che con i nostri amici dall'Italia e altrove”, afferma Pascal Morand, il direttore generale della Fédération de la Haute Couture et de la Mode, la cui sede si trova proprio di fronte all’Eliseo.

Il Festival di Hyères fa parte dei numerosi eventi annullati a casa dell'epidemia di coronavirus


Il lavoro della federazione continua attraverso strumenti di videoconferenza. L'organizzazione attribuisce grande importanza a tenere informati i propri membri sugli effetti legali e fiscali delle misure introdotte dal governo, in particolare i suoi membri più recenti. Il governo francese ha annunciato l’adozione di una busta da 45 miliardi di euro (oltre ai 300 miliardi di garanzie statali per i prestiti bancari) a sostegno delle imprese, molte delle quali hanno visto precipitare le proprie entrate da un giorno all’altro.
 
“Il governo sta fornendo enormi risorse, che consentono a molte aziende di lasciare il proprio personale in cassa integrazione parziale. Una misura vitale per migliaia di aziende, in particolare nel settore della moda. Non riesco proprio a pensare quanto tempo possa durare questa quarantena, in settimane o mesi”, aggiunge Pascal Morand.
 
Alla domanda se la federazione prevede di posticipare la prossima stagione di sfilate della moda maschile, in programma dal 21 al 26 giugno a Parigi, Morand risponde: “Secondo me, è troppo presto per parlarne”.

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