C.P. Company torna al successo
C.P. Company torna al centro delle scene. Il marchio di sportswear fondato nel 1975 dallo stilista Massimo Osti è stato comprato a fine 2015 per il 95% dal gigante cinese Tristate Holdings Limited, con sede a Hong Kong, che lo ha rilevato dal precedente proprietario da 5 anni, il gruppo FGF di Enzo Fusco. Da quel momento ha visto crescere le proprie vendite del 50% di stagione in stagione e prevede di raddoppiare il fatturato nel 2017.
Il brand italiano, che s’ispira al mondo militare e a quello dell’abbigliamento da lavoro, cavalca l’onda dell’attuale popolarità dell’abbigliamento sportivo e del vintage presso le generazioni più giovani; in particolare sfrutta la loro attrazione e curiosità verso le marche degli anni ‘80 e ‘90. Inoltre si distingue per il suo costante lavoro di ricerca e per i prodotti innovativi, come nel caso della tecnica "Garment Dyed" di tintura sui capi finiti.
“Ci siamo trovati nel posto giusto al momento giusto e siamo riusciti a ricreare un marchio originale. Abbiamo sempre lavorato con una grande clientela rimastaci fedele, ma negli ultimi tempi abbiamo guadagnato una nuova generazione di clienti, di età compresa fra i 15 e i 25 anni, che preferiscono vestirsi in maniera più personale e vogliono farlo indossando marchi di ricerca, come il nostro”, spiega a FashionNetwork.com Lorenzo Osti, il figlio del fondatore, che ha acquisito una quota del 5% dell’azienda e ne supervisiona il marketing e l’immagine.
“Siamo stati particolarmente sorpresi dall’accoglienza ricevuta in Francia, dove siamo distribuiti da Robert Dodd. Il marchio è un grande successo in questo Paese, che tuttavia non è il nostro mercato di riferimento”, prosegue.
C.P. Company attrae soprattutto per il suo spirito innovatore. Una caratteristica che ha potuto mantenere e addirittura rafforzare con Tristate. Questo importante produttore e distributore di sportswear di lusso in Cina ha messo a disposizione le sue fabbriche e il laboratorio di Hefei, a due ore da Shanghai, mantenendo lo sviluppo dei prototipi e la fase della tintura in Italia, a Padova. Inoltre ha conservato la precedente direzione creativa composta da Paul Harvey e Alessandro Pungetti, e anche Stefano Polato, storico direttore del prodotto di C.P. Company.
“Tristate ci ha dato i mezzi per investire nella ricerca e beneficiare della sua incredibile piattaforma tecnologica industriale. Così abbiamo potuto inserire un sacco di novità, soprattutto nelle ultime due collezioni, con l’introduzione di nuovi materiali, la messa a punto di una tecnica senza cuciture che utilizza gli ultrasuoni, ecc. In ogni stagione sviluppiamo dai quattro ai cinque nuovi tessuti”, sottolinea il direttore marketing.
Oggi, il marchio C.P. Company è distribuito principalmente attraverso una rete di 500 clienti multimarca. Possiede anche 5 negozi monomarca in Corea del Sud, aperti su licenza, e un negozio in proprio a Londra, nel quartiere di Soho. Il suo primo mercato è in effetti il Regno Unito, seguito da Italia, Francia, Benelux, Germania e Asia.
“Vogliamo sviluppare dei corner nei grandi magazzini e per il 2018 abbiamo previsto di aprire un negozio più grande a Londra e uno a Milano”, conclude Lorenzo Osti.
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