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13 mar 2022
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Bruxelles apre un'indagine sull'accordo Google-Facebook

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Ansa
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13 mar 2022

Non c'entra niente con Star Wars, ma potrebbe essere a tutti gli effetti il titolo del nuovo episodio della saga antitrust tra l'Ue e le Big Tech. Questa volta in stretto coordinamento con il Regno Unito. Già al centro delle cronache statunitensi nelle settimane scorse, l'accordo segreto 'Jedi Blue' stretto tra Google e Facebook nel 2018 per i servizi di pubblicità display online è finito ora nel mirino di Bruxelles e Londra. Che hanno avviato due indagini parallele per capire se le società sospettate di essere in combutta tra loro abbiano abusato del loro predominio a danno di editori e inserzionisti. Accuse che, dal canto suo, Mountain View ha subito bollato come "false", dicendosi pronta a collaborare con le autorità.

Bruxelles apre un'indagine sull'accordo Google-Facebook


L'oggetto del contenzioso è la partecipazione di Meta al programma per le aste pubblicitarie in tempo reale Open Bidding di Google che, secondo la responsabile Ue della Concorrenza, Margrethe Vestager, potrebbe aver soffocato i rivali nella compravendita automatizzata degli spazi pubblicitari e svantaggiato editori e, in ultima battuta, consumatori. Tramite l'intesa sottobanco - oggetto negli Usa di una denuncia federale partita dal Texas e allargatasi ad altri 15 Stati - "una tecnologia concorrente all'Open Bidding di Google potrebbe essere stata presa di mira con l'obiettivo di indebolirla ed escluderla dal mercato per la visualizzazione di annunci sui siti web e sulle app degli editori", ha precisato Vestager. Sulla stessa linea anche il numero uno dell'autorità antitrust britannica (Cma), Andrea Coscelli, che confermando l'avvio dell'indagine ha messo in guardia sulla volontà di Londra di "scrutinare il comportamento delle grandi aziende" senza "farsi intimidire".

Google però non ci sta e ha prontamente difeso il suo programma. Respingendo innanzitutto la tesi sulla segretezza del patto con Meta. Il coinvolgimento di Facebook, ha precisato Mountain View "non è esclusivo e non riguarda vantaggi che possano aiutare a vincere le aste" pubblicitarie. Al contrario, "l'obiettivo è collaborare con una gamma di reti pubblicitarie e di exchange per aumentare la domanda di spazi pubblicitari degli editori, così da aiutare gli editori ad aumentare i ricavi".

Per capire come stiano effettivamente le cose, Bruxelles ha deciso di portare avanti la sua indagine in "via prioritaria" assicurando che vi sarà coordinamento con Londra. In attesa di conoscere il verdetto, con il nuovo pacchetto di norme Ue per i mercati digitali (Dma) che potrebbe essere adottato in via definitiva nei prossimi mesi, la saga antitrust sulle Big Tech è destinata a continuare.

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