Ansa
23 set 2020
Brunello Cucinelli: “2020 di passaggio, ma non un anno perso”
Ansa
23 set 2020
"Questo è un anno di passaggio, ma non un anno perso, il prossimo sarà quello del riequilibrio", dice Brunello Cucinelli che prevede di chiudere il 2020 con un calo del 10% ma è molto positivo sul 2021, anno per il quale auspica una crescita del 15%.

"La gente”, dice l'imprenditore filosofo umbro, a Milano per la settimana della moda, “non ha smesso di comprare. Certo oggi siamo più preoccupati della pandemia che dei vestiti, ma il virus non ha cambiato i nostri desideri, così come la nostra è la stessa azienda con 2.024 dipendenti tanto prima che dopo il lockdown".
Per garantire la sicurezza dei suoi lavoratori, Cucinelli ha iniziato a fare tamponi in azienda in collaborazione con l'ospedale di Perugia e l'università e ora "stiamo provando una macchina giapponese per i test salivari in collaborazione con l'ospedale Spallanzani con cui possiamo fare 120 test all'ora".
Quando è scoppiata la pandemia, lui ha chiuso gli stabilimenti una settimana prima che fosse imposto: "La Cina”, spiega, “è stata la nostra ispirazione per una giusta paura. Ieri ho fatto una call con loro, erano tutti vicini e senza mascherina, speriamo che sia di auspicio e che tra un paio di mesi potremmo vivere anche noi così".
Per quanto lo riguarda, "a marzo ho deciso di non licenziare nessuno e di non chiedere sconti a nessuno, abbiamo mantenuto onestamente gli accordi e ora ad agosto abbiamo finito le consegne invernali e abbiamo anche fatto le collezioni fisiche".
Per l'invenduto, dovuto ai negozi chiusi per mesi, Cucinelli ha pensato a delle collaborazioni con piccole associazioni locali per donare i capi a chi ne ha bisogno: "Stiamo cercando di fare delle cose micro, ho appuntamento telefonico con Sharon Stone per discutere di questo progetto".
E la moda dove va? “Sta evolvendo in senso sofisticato, con meno sovrapposizioni, forse collima con il momento ma forse è anche normale che ci sia questo cambiamento dopo anni". Tra le nuove proposte, creazioni di alta artigianalità come il pull di pizzo macramè e cotone con filo di lurex costato 40 ore di lavoro o la giacca di rafia e paillettes ricamata all'uncinetto e doppiata in seta, indossata con i pantaloni di pelle. E poi ancora il denim bermuda tinto in pezza e la giacca di camoscio con piume di struzzo, tutto ispirato a uno stile fatto di pulizia delle forme ed eleganza essenziale, come il top in petali di pelle tagliate a laser e i pantaloni in lino e lurex. Una collezione pensata più per il giorno che per la sera, visto che le occasioni mondane si sono rarefatte, e presentata a Milano durante la Fashion Week: "Essere qui è il nostro lavoro, è la volontà di lavorare facendo attenzione a prendere ciò che il mondo ci dà senza disperarci. La pandemia ci ha mostrato la disparità”, conclude, “tra biologia e creato: il creato ci ha chiesto aiuto e credo che glielo daremo".
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