10 nov 2013
Brunello Cucinelli : "Dare valore alla nostra artigianalità è fondamentale"
10 nov 2013
Anche il re del cachemire Brunello Cucinelli è intervenuto al convegno organizzato da Pambianco a Milano a tema "Made in Italy senza Italy?" ed ha espresso il suo punto di vista sulle cessioni, dicendosi non a favore della vendita totale e ribadendo quanto sia importante valorizzare il lavoro e il savoir-faire italiano. Aspetti fondamentali perchè le nostre imprese durino nel tempo e restino competitive.
Rispondendo alla domanda su cosa pensasse della vendita a terzi delle nostre aziende (dove per terzi si faceva in particolare riferimento a LVMH e Kering, ndr) il fondatore e presidente della griffe di lusso ha ricordato che, a differenza dei francesi, legati più ad universi finanziari, "noi italiani siamo artigiani diventati industriali. Per noi la nostra azienda è come un figlio e vorremmo durasse per l’eternità. Non pensiamo di cederla. Certo per continuare a crescere servono capitali e le strade sono quindi fondamentalmente o l'ingresso in Borsa o i Fondi di investimento o la vendita totale. Per dare la possibilità alla mia impresa di vivere più a lungo e di continuare nel suo processo di espansione, sopratutto all'estero, io ho scelto la Borsa".
L'imprenditore di Solomeo ha inoltre aggiunto che l'Italia ha bisogno di forze giovani e che, nell'universo della moda, in quello sartoriale, dove la cura del dettaglio fa la differenza, è essenziale continuare ad avere artigiani d'eccellenza. "Dobbiamo tornare a dare nobiltà morale ed economica al lavoro manuale, perché i giovani non lascino perdere. A Solomeo abbiamo aperto una decina di scuole di vario tipo dove i giovani, lavorando nello stesso ambiente, a contatto con stimoli e realtà che spaziano dal manifatturiero al teatro, sono più motivati, non si sentono 'inferiori'. Dando rispetto a chi lavora, responsabilizzandolo, otterremo anche della creatività in più, quindi ancora più forza".
Cucinelli ha infine precisato che dare maggiore dignità al lavoro manuale significa anche retribuirlo di più e che gli imprenditori italiani avrebbero bisogno che calasse il carico fiscale sul costo del lavoro. "Se un nostro operaio guadagna 1000 euro al mese, a noi costa 2200 euro al mese. Vorrei che potessimo pagarlo 1500 euro al mese, spendendone 2200", ha concluso Cucinelli.
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