1 dic 2022
Brugnoli arriva a 400 clienti attivi, salgono Italia, Francia, USA e Corea nel 2022
1 dic 2022
Si avvia alla conclusione un ottimo anno del settantennale per la società bustocca 100% Made in Italy Brugnoli Giovanni S.p.A., specializzata in tessuto a maglia circolare di qualità dedicato a moda, beachwear, lingerie e capi sportivi, che dopo aver chiuso il 2021 a 28 milioni di euro di fatturato (+23% sul 2020 e +10% sul 2019), rilancia puntando su innovazione e tessuti green.

Fondata da Giovanni Brugnoli nel 1952 a Busto Arsizio (VA), l’impresa, che crea anche linee di abbigliamento e da oltre 27 anni collabora con Lycra per realizzare le sue collezioni di fascia alta per mare, intimo, sport e fashion, è oggi guidata dai 3 nipoti dei fondatori, Roberto, Massimiliano e Luca Denna.
“I nostri ordinativi per il 2022 sono andati bene, naturalmente abbiamo avuto, come tutti, un incremento dei costi di materie prime e trasporti, che hanno condizionato l’esercizio. Nonostante ciò, al termine di quest’anno stimiamo di crescere in doppia cifra”, dice a FashionNetwork.com il CEO Massimiliano Denna.
“Vista la situazione, con il rimbalzo di crescita che c’è stato nel post fase acuta del Covid, la sfida del 2023 secondo noi sarà mantenere il fatturato di quest’anno”, s’inserisce Michele Brugognone, responsabile commerciale della società di Busto Arsizio. “Vediamo aziende che sono state, e sono tutt’ora, molto prese a livello produttivo. Per l’anno prossimo occorrerà naturalmente osservare cosa succederà in base alle condizioni internazionali, tra guerra ed incrementi esponenziali di costi e inflazione. La vera domanda è: ‘Si riuscirà a vendere nei negozi tutta questa massa di merce prodotta?’ Perché è il sell-out che comanda e guida gli acquisti. C’è anche un reale, attuale ed importante tema del reshoring. Almeno in Italia, ci sono aziende che stanno tornando a produrre sul territorio. Spesso grazie a politiche fatte apposta per attirarle nuovamente, ma altrettante volte per difficoltà di altre”, spiega il manager.
Con 400 clienti attivi, Brugnoli ha come primi mercati l’Italia, col 35% del fatturato e la Francia con circa il 20%, segue il resto del Vecchio Continente, distribuito in particolare tra Spagna, Germania, Regno Unito ed Est Europa. Bene anche la Corea del Sud, mentre la Cina è in fondo una realtà “a testa europea”, dice Denna. “Negli Stati Uniti eravamo cresciuti di più lo scorso anno, ma anche nel 2022 non ci possiamo lamentare del dinamismo degli States”.

Sul fatturato di Brugnoli le collezioni di abbigliamento generano il 50%, il 35% quelle di intimo/mare, il 15% le linee sportive. In Italia aumenta l’incidenza dell’intimo/mare, che arriva al 40% ed è molto cresciuto nel 2022, mentre all’estero sono preponderanti soprattutto le crescite delle collezioni di moda mare e sport, in quest’ultimo caso compreso l’athleisure, che durante la pandemia è salito d’importanza, grazie soprattutto a quei brand di abbigliamento che hanno rimodulato le loro proposte con prodotti in grado di intercettare i nuovi trend più casual.
Brugnoli è reduce da MarediModa Cannes, il salone del beachwear, dell’intimo e dell’athleisure, dove l’azienda di Busto Arsizio ha registrato “molto meno traffico casuale e poche presenze di studi di design e di nordeuropei. Quasi del tutto assenti poi gli extraeuropei e gli americani, un po’ una pecca di questa fiera, che intercetta però benissimo l’area europea, in particolare mediterranea”, spiega Giorgio Bersia, Area Manager Italia di Brugnoli. “Sono venuti come sempre grossi clienti, come marchi americani ed europei importanti, con cui siamo in contatto da tempo. Tanti quindi gli spagnoli, gli italiani e i francesi, per un salone che si conferma ricco di prodotti di alto livello – a differenza degli articoli mass market che si vedono nella fiera omologa di Miami – e davvero dinamico”.
In fiera, Brugnoli ha presentato soprattutto la linea tessile “Eco H2O”, realizzata con tessuto ricavato da una poliammide a biodegradabilità accelerata, prodotto con il Sensil Bio Care di Nilit, e “Circle-Art” nuova linea di tessuti creata grazie a “Q-Cycle”, la poliammide derivata da una co-lab tra Fulgar e BASF, ottenuta dallo smaltimento degli pneumatici post-consumo.
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