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16 gen 2019
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Brexit, Westminster boccia l'accordo

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Ansa
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16 gen 2019

Si riapre la partita della Brexit: l'accordo sul divorzio dall'UE raggiunto a novembre dalla premier Tory, Theresa May, con Bruxelles è stato bocciato dalla Camera dei Comuni britannica con 432 no contro 202 sì. La ratifica è stata negata con uno scarto di 230 voti, molto pesante per il governo. Sono 118 i deputati conservatori che hanno votato contro l'accordo.

Reuters


Il leader laburista Jeremy Corbyn ha presentato una mozione di sfiducia al governo Tory. La mozione sarà discussa il 16 gennaio. Corbyn ha parlato di "sconfitta devastante", ha accusato la premier d'essersi negata al dialogo con l'opposizione per scongiurare un no deal e di aver privilegiato gli interessi del Partito Conservatore su quelli del Paese. Ha infine auspicato che la Camera dia il suo "verdetto sull'incompetenza di questo governo".

Il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani chiude alla possibilità di rinegoziazione dell'accordo: "Non credo che ci sia molto da cambiare. Al Regno Unito era stato concesso tutto ciò che chiedeva quando era parte integrante dell'Unione europea. È stato concesso tutto ciò che potevamo concedere senza ledere gli interessi dei cittadini europei: non credo che si possa aggiungere altro. Per il Parlamento europeo”, ha proseguito, “la priorità è la tutela dei diritti dei cittadini europei che vivono nel Regno Unito in caso di una 'hard Brexit', ovvero l'uscita del Paese dall'UE senza un accordo con Bruxelles. 

Il portavoce del DUP, il partito degli unionisti nordirlandese, ha annunciato che voterà la fiducia a Theresa May. I 10 voti del DUP sono decisivi per assicurare la maggioranza al governo.

May aveva chiesto alle opposizioni di presentare una mozione di fiducia per vedere se l'esecutivo dispone ancora del sostegno di una maggioranza. La premier ha detto che il no all'accordo è chiaro, ma che non sono emerse chiaramente altre proposte sul tavolo. E ha insistito, in caso di fiducia, sulla volontà di andare avanti e di continuare a lavorare per attuare la Brexit.

L'accordo sulla Brexit sottoposto al Parlamento rispetta "la volontà democratica" espressa dal popolo britannico nel referendum del 2016 e apre la strada "a un futuro migliore" per la Gran Bretagna. Così aveva detto la premier concludendo il dibattito ai Comuni. May ha quindi passato in rassegna le alternative, denunciando un eventuale secondo referendum come uno strumento di divisione per il Paese e un no deal come una soluzione in contrasto con l'interesse nazionale.

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