Brand Finance: Nike, Gucci e Louis Vuitton guidano la Top 50 dei marchi più valorizzati
I brand del lusso e dello sport dominano la nuova classifica mondiale di Brand Finance. La Top 50 2021 dei marchi di abbigliamento più valorizzati, pubblicata dalla società di consulenza londinese, conferma sostanzialmente la gerarchia dello scorso anno, con solo qualche inversione di posizione.

A guidare la classifica gli Stati Uniti, con il 27,6% della valorizzazione totale dei brand e 16 label, seguiti da Francia (23,3% di valorizzazione e 7 marchi), Italia (che conta 7 brand per una valorizzazione dell’11,7%), Germania, Spagna, Svizzera e altri.
Se Nike e Gucci mantengono il primo e il secondo posto, Louis Vuitton guadagna una posizione, salendo sul podio al posto di Adidas, che scende al quarto posto. Chanel passa dall’ottava alla quinta posizione, Zara resta al sesto posto, seguita da Uniqlo, H&M e Cartier, che scende dal quinto al nono, mentre Hermès rimane al decimo.
Per quanto riguarda la classifica mondiale Brand Finance dei marchi più forti, nelle prime cinque posizioni troviamo Rolex, Moncler, Gucci, Nike e Hermès. "Nike e Adidas sono gli unici due brand nella classifica dei dieci più forti a non essere griffe del lusso. Anche in Italia, patria di numerosi griffe di lusso, Nike è al secondo posto e Adidas al sesto”, precisa lo studio.
Nike mantiene dunque il suo titolo per il settimo anno consecutivo, nonostante nel 2020 abbia subito un calo del suo valore del 13%. Brand Finance attribuisce al marchio una valorizzazione di 30,4 miliardi di dollari, ben superiore a quella di Gucci, stimata a 15,6 miliardi di dollari (in flessione del 12% rispetto all’anno scorso). Come molti altri brand, anche Nike ha visto le vendite scendere a causa della chiusura di gran parte dei suoi negozi dovuta alla pandemia, ma ha registrato un’esplosione delle vendite online, che sono quasi raddoppiate in Europa, Medio Oriente e Africa.

Un’altra performance da segnalare tra i brand sportivi è quella di Fila, che ha registrato la crescita più alta nella classifica "Brand Finance Apparel 50", con un rialzo del 68% che l’ha portata dalla 50esima alla 33esima posizione. Il marchio, che opera in 70 Paesi grazie ad accordi di licenza, ha saputo cavalcare la “mania” per gli anni '90 e sviluppare strategiche collaborazioni, anche con maison del lusso.
Da notare anche l’ingresso nella Top 50, nelle ultime quattro posizioni, di Converse, Timberland, Loewe e Bosideng. Timberland e il brand cinese Bosideng, che a fine 2020 ha annunciato il lancio di una linea in collaborazione con Jean Paul Gaultier, sono il secondo e il terzo marchio con la crescita più elevata, rispettivamente del 47% e del 39%.
La pandemia ha sicuramente avuto un impatto sulla Top 50: la valorizzazione totale dei brand è infatti scesa dell’8%, passando dai 301,9 miliardi di dollari dello scorso anno a 276,4 miliardi. Ma tale impatto è stato differente a seconda dei settori: quello delle calzature, ad esempio, è stato l’unico la cui valorizzazione media è aumentata (+9%), mentre il comparto della biancheria intima è stato quello che ha sofferto di più (-19%). Il valore dei brand di streetwear è sceso in media del 13%, quello delle maison del lusso del 10%, quello dei brand sportivi e del fast fashion del 7% e quello di orologi, accessori e gioielli del 4%.
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